Cineworld, una realtà ben consolidata nel mondo del cinema, non si trova nel migliore dei periodi, in quanto nonostante la fama non è riuscita ad innescare nel pubblico quella scintilla che li avrebbe riportati in sala. Inutile a dirsi, tutto ciò ha pesato gravemente sulla compagnia, soprattutto dal punto di vista finanziario. Secondo quanto riportato dalla CNBC, infatti, le azioni del colosso sono precipitate del 63% in meno di una giornata, e sembrerebbe si stia già pensando alla bancarotta.
Una batosta considerevole per il mondo del cinema che, a due anni e mezzo dallo scoppio della pandemia, ancora fatica a rialzarsi nonostante comunque i miglioramenti rispetto al 2020 e 2021. A quanto pare, però, Cineworld non ha saputo rialzarsi dalla pandemia, nonostante si tratti di un colosso dell’industria. Parliamo infatti di un’azienda che opera in 10 differenti stati e che conta, allo stato attuale, circa 9.000 cinema sparsi nel globo. La carenza di blockbuster sembra gravare molto sui guadagni del cinema, ed è per questo che, stando al The Wall Street Journal, Cineworld starebbe assumendo un team di avvocati e consulenti per avviare il processo di bancarotta.
Cineworld è però solo la vittima – salvo insperati risvolti – di una crisi da cui il cinema sta cercando di risollevarsi con ogni forza rimasta, e in alcumercati ci sta anche riuscendo. Dal punto di vista globale, però, si riscontrano guardagni al box office inferiori del 30% rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemia. Cosa ancora più importante, c’è stato anche un calo del 30% dei film in sala, e quei pochi blockbuster che sono usciti erano arrivati in contemporanea in streaming.
Esempi lampanti sono i film di Warner Bros, lanciati sia al cinema che su HBO Max. Inutile anche solo specificare che tutto fecero tranne che incassi degni di nota. Altri film invece non hanno neppure varcato le soglie di un cinema. L’ultimo esempio è Prey, spin-off di Predator che effettivamente avrebbe meritato una proiezione al cinema. Purtroppo, la pellicola è relegata a Disney+. Va da se dunque che quei pochi blockbuster esclusivi del grande schermo, come ad esempio Top Gun Maverick o le pellicole Marvel Studios, o perfino Morbius, non sono bastate per compensare la grossa crisi che ha colpito Cineworld.
Fonte: CNBC