Ecco le migliori 25 console di sempre, secondo The Guardian

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Come già vi abbiamo anticipato in un nostro articolo, il portale The Guardian ha stipulato una classifica TOP 25 sulle migliori console da gioco di sempre.

Quest’oggi andremo a vedere meglio insieme ciascuna di queste console più da vicino, con la speranza che possiate trovare tra queste la vostra console preferita. O magari, dare un incipit a qualcuno che vorrebbe iniziare a giocare su questi hardware.

Ma prima di partire, è doveroso dire che da parte nostra non c’è nessun incentivo a voler dar vita a una console war, dato che si tratta di una classifica del tutto soggettiva e che potrebbe variare da giocatore a giocatore. A noi piace il confronto col prossimo e sicuramente questo articolo potrà essere un moto di discussione col pubblico e con i lettori, che hanno una semplice passione in comune: i videogiochi.

Si parte!

21. PC Engine (1987)

Il PC-Engine nacque nell’ormai lontano 1987, frutto dell’ideazione di uno staff tecnico che operava presso i laboratori della NEC of Japan e della Hudson Soft.

Il primo nato della famiglia PC-Engine, venne chiamato COREGRAFX. Questa piccola e bianca console utilizzava come processore principale un 8bit, per esattezza un 65C02 con un clock a 7,2Mhz, coaudiovato da due coprocessori a 16bit capaci di gestire la maggior mole di lavoro a livello grafico.

Al momento della sua uscita, il COREGRAFX si rivelò la più potente console disponibile sul florido mercato del Sol Levante ed ebbe subito un grandissimo successo; i suoi primi rivali, ovvero Sega Master System e Nintendo Famicon (conosciuto da noi come NES), si dovettero ben presto inchinare alla supremazia della macchina targata NEC, la quale poteva proporre fedelissime conversioni degli arcade più in voga del momento (ricordiamo, tra i tanti, R-Type, Ninja Spirit e Splatterhouse).

Dal punto di vista tecnico, il COREGRAFX poteva visualizzare 512 colori contemporaneamente su schermo e gestire una risoluzione di 256×216 pixels, la quale era sufficiente per poter generare entusiasmanti videogiochi. Le capacità sonore erano più che adeguate, con 6 voci stereo su 8 ottave, di cui una FM.

I giochi venivano memorizzati sulle mitiche Hu-Card (delle cartucce grandi quanto una scheda telefonica e di una capacità che variava tra i 2 e i 20 Mbit), ed era disponibile anche un lettore CD-Rom, il primo in assoluto per una console, il quale venne subito supportato da una vastissima softeca.

Poca fortuna ebbe invece il secondo nato di casa NEC, il SUPERGRAFX, concepito come un Super PC-Engine dal design super accattivante, il quale si distingueva per le sue prestazioni eccezionali, in grado di poter reggere ampiamente il confronto con quelle del Super Famicom e di surclassare quelle del Megadrive, ma anche per una ludoteca alquanto povera, sebbene di ottima qualità (ricordiamo titoli indimenticabili come 1941, Aldynes e Ghouls’n Ghosts).

Su questa macchina, che era totalmente compatibile verso “il basso”, si trovava la stessa CPU del COREGRAFX, i suoi coprocessori ma anche 4 chip custom in più. Questi garantivano 128 sprite visualizzabili contemporaneamente su schermo, una risoluzione di 320×244 ed una palette di 4096 colori.

Il PC-Engine si diffuse tantissimo in Giappone, ma nel resto del mondo in pochi compresero la sua vera essenza, il divertimento che i suoi giochi riuscivano a trasmettere, la particolarità del suo design e dei suoi bellissimi titoli; il COREGRAFX era praticamente un must per gli amanti degli shoot’em up.

Tra i migliori games disponibili per questa mitica console ricordiamo: PC Kid I, II e III, i fantastici spara-spara quali Gunhed, Gates of Thunder, Nexar, Spriggan ed i migliori titoli (quasi tutti su CD-Rom) ispirati ai fumetti manga nipponici, come Conan, Ranma 1/2, Lamù e la saga di Valis.