È il momento di lasciare ogni residua speranza che Elden Ring possa avere, anche in futuro, un selettore della difficoltà. Come da tradizione, FromSoftware ha deciso che o lo si gioca così o non lo si gioca affatto. Come già accaduto per tutta la saga dei Souls, per Bloodborne e per Sekiro: Shadows Die Twice, anche Elden Ring sarà uguale per tutti, sempre e comunque.
La natura open-world potrà certo aiutare a farmare il proprio personaggio prima di affrontare un qualche difficile boss. Non c’è dubbio che questo aiuti un po’. Ma poi, a conti fatti, quello che si richiede al giocatore è una buona coordinazione occhio-mano per portare a termine le sfide che vengono proposte.
In una intervista al giornale The New Yorker, Hidetaka Miyazaki ha espresso il suo punto di vista. “Noi cerchiamo sempre di migliorarci. Nei nostri giochi però è la difficoltà a dare senso a tutta l’esperienza di gioco. Solo così si può far provare al videogiocatore quella gioia e quell’euforia senza pari una volta superata una sezione di gioco” ha detto Miyazaki.
Nella stessa intervista, il game-director ha parlato del suo rapporto di lavoro con George R. R. Martin. Il romanziere stato coinvolto nel processo di worldbuilding. All’autore de Le cronache del ghiaccio e del fuoco dobbiamo la storia e la mitologia del mondo di gioco. Il resto è tutta opera di FromSoftware. Sempre Miyazaki si è anche detto dispiaciuto per la frustrazione provata dagli utenti ma ha ribadito, ancora, che la difficoltà è una scelta di game-design.
Non sono stati dello stesso avviso i membri di SloClap. Gli autori di SIFU hanno promesso un aggiornamento che introdurrà un selettore per la difficoltà in modo da permettere a più videogiocatori di giungere ai titoli di coda.
Cosa ne pensate? Convinti dalle spiegazioni di Miyazaki?
Fonte: The New Yorker