Non c’è dubbio che Fae Farm di Pheonix Lab sia un ‘cozy game’, definizione che noi di Gametime abbiamo incominciato ad apprezzare in questo ultimo anno, sopratutto grazie ai vari eventi videoludici a cui abbiamo assistito. Da bravi figli di Stardew Valley e Harvest Moon, non potevamo certo farci scappare l’occasione di provarlo in lungo e in largo, coltivando verdure, allevando animali fantastici e risolvendo misteri.
Dopo aver recuperato un messaggio in una bottiglia ed essere sopravvissuti ad un naufragio, arriveremo nell’isola di Azoria con un comitato di benvenuto di tutto rispetto: è il sindaco Merritt che ci accoglie e ci fa dono di una abitazione, spiegandoci che sebbene il territorio si presenti come un’amena località, si nascondono misteri e pericoli, il primo fra tutti è una serie di mulinelli d’acqua che ci impediscono di far ritorno a casa e sarà la nostra prima preoccupazione da dover dissipare.
Dopo esserci impegnati nel personalizzare il nostro avatar, ci ritroveremo a far fronte all’apprendimento delle meccaniche base del titolo, come la coltivazione degli ortaggi e il reperimento e la raccolta di risorse di vario genere come legna o pietra. Fin qui, Fae Farm presenta tutti quei connotati che da sempre hanno caratterizzato altri appartenenti al genere farm-sim senza discostarsene, ma è nelle relazioni con gli altri npc che l’opera cerca di distinguersi. Sarà possibile stringere amicizia con loro fino a stabilire rapporti sentimentali più forti che possono sfociare anche in un matrimonio.
Tale meccanica viene gestita fondamentalmente con missioni dedicate, diversificate per ogni personaggio che rispondono a gusti e preferenze uniche. Ad esempio ci sarà chi è amante degli insetti e chi si delizia nel mangiare elaborate insalate di tuberi. Su questo punto forse avremmo preferito uno strato di profondità in più, come una maggiore caratterizzazione dei personaggi, ma resta una meccanica interessante e che garantisce un quid in più al titolo.
Altro elemento che arricchisce l’offerta ludica di Fae Farm è il combat system che, sebbene sia caratterizzato da ‘colpi disarmanti’, può vantare un semplice ma efficace comparto magico che consente di gestire le battaglie allocate nei dungeon con un guizzo in più rispetto al semplice menare fendenti a destra e manca.
L’aver inserito il combattimento ci sembra una scelta di design tesa a rendere più interessante e meno tediosa l’esplorazione delle tante varie miniere presenti nella mappa di gioco che, in buona sostanza, rispondono all’esigenza di procacciamento delle risorse essenziali per la fabbricazione di oggetti, banchi da lavoro e la risoluzione di missioni.
Ogni zona dell’isola di Azoria ha un dungeon-miniera diverso e ognuno di essi richiede particolari requisiti per poter essere affrontato, come l’uso di specifiche pozioni che ci consentono di difenderci dalle particolari condizioni che li caratterizzano. A tal proposito, bisogna menzionare il fatto che il nostro avatar possiede tre barre (punti vita, mana e stamina) con la quale dover fare i conti dutante tutta l’esperienza di gioco: nulla di particolarmente trascendentale ma offre uno spunto ruolistico che non ci saremmo aspettati.
Il comparto crafting vanta numerose opzioni come i classici forni per cucinare o le segherie per il legname ma propone anche workstation più particolari come piccoli recinti per insetti e animaletti fatati con cui recuperare ingredienti per pozioni o concimi di varia natura. Tutto questo complesso ludico dispone anche di un vasto ventaglio di personalizzazione dell’area di gioco che consente di potersi sbizzarrire nell’arredare la propria casa e il giardino antistante la proprietà.
Il gioco è contraddistinto da una estetica curata e colorata che consente di identificare e memorizzare con facilità le varie aree della mappa. Inoltre è presente sia l’alternanza delle stagioni che lo scorrere giornaliero del tempo. La prima non si limita a modificare l’aspetto dei luoghi ma influisce anche sulla presenza di certi tipi di animali, piante spontanee e coltivazioni ortofrutticole, la seconda scandisce le giornate lavorative in un lasso di 24h fittizie.
La gestione delle quest prevede il classico succedersi di missioni principali e di secondarie ma che vanno a diversificarsi negli scopi e nei risultati: infatti possiamo enumerare nell’ordine del centinaio tutte le attività collaterali esistenti che faranno la felicità degli amanti del completismo che non solo potranno indulgere in numerosi incarichi ma prodigarsi nella ricerca di progetti, nella cattura di vari animali e al collezionismo anche dopo la conclusione della campagna principale.
Fae Farm è un titolo che non si pone come opera che vuole sfidare il giocatore ma vuole offrire una esperienza rilassata con la quale divertirsi senza troppi pensieri.
Questo non significa che non sia un gioco curato, anzi, risulta essere apprezzabile nell’offrire molte opportunità ludiche. Forse avremmo preferito una maggiore profondità in quelli che riteniamo gli elementi più caratteristici del titolo: in particolar modo, avremmo gradito una maggiore caratterizzazione dei vari npc proprio in forza alle meccaniche di amicizia e relazione presenti. Ciononostante, consideriamo Fae Farm un più che buon esponente del genere e lo consigliamo ai cultori del genere e per chi è alla ricerca di una esperienza rilassata e divertente.