Forspoken, lo scrittore è nei credits ma la storia non è sua: “Hanno cambiato tutto”

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Di Forspoken, l’ultimo di casa Square Enix ed esclusiva PlayStation 5, si è discusso tantissimo nell’ultimo mese. Quello che scopriamo oggi è che, in qualche modo, il difficile e contorto processo di sviluppo ha finito per fare tabula rasa del lavoro dello scrittore (Gary Whitta), che si allontana ora totalmente da ciò che abbiamo visto in-game.

Gary Whitta, per chi non lo conoscesse, fu anche la penna dietro Star Wars: Rogue One, pellicola cinematografica che – pur nella sua natura di spin off – non ha mancato di ergersi persino sopra ai risultati recenti del filone ufficiale. Forspoken (originariamente conosciuto col nome work-in-progress di Project Athia) aveva vantato persino Amy Hennig tra le sue fila. Parliamo, ovviamente, della creatrice di Legacy of Kain e Uncharted.

Alla fine, sembra che Gary Whitta – nonostante appaia nei titoli di coda come “concept writer” – abbia avuto davvero poco a che fare con l’esperienza arrivata nel gioco finale. Al contrario, lo scrittore sta ora facendo di tutto per allontanarsi dal copione attuale di Forspoken, e ha approfittato di una recente intervista per sottolineare come di suo ci sia poco, nella versione finale del gioco, nonostante nei credits appaia proprio il suo nome.

Mi aiutarono un gruppetto di scrittori che scelsi personalmente. Persone che ammiravo prese da film, televisione, videogiochi, letteratura. Abbiamo organizzato una seduta a Los Angeles lunga una settimana“, ha spiegato Whitta.

Lì, in compagnia di pezzi grossi di Square Enix, il team di scrittori si lanciò in un brainstorming su mondo di gioco, sul funzionamento della magia e sulla lore generale dell’ambientazione. Tra tutte le idee messe su carta, pare che solo una sia effettivamente arrivata nel Forspoken finale: il solo nome del mondo, Athia. Whitta non ha raccontato come dovesse essere Forspoken in origine, però.

Mesi dopo la seduta di brainstorming, Whitta fu avvertito dagli sviluppatori: la storia sarebbe dovuta cambiare completamente. La seconda idea, infatti, era una trama molto più vicina a quella che poi abbiamo visto nel gioco finale: una ragazza di New York che sarebbe stata trasportata nel magico e mortale mondo di Athia. Ancora una volta, lo scrittore non si è sbottonato sulle sostanziali differenze tra la sua idea e quella che è stata poi scelta in seguito, ma ha voluto precisare come lui o il suo team non abbiano avuto nulla a che fare con gli enormi cambiamenti della nuova versione, perché ormai “lui era occupato con altri lavori” e non ha più potuto collaborare al progetto.

Forspoken, nonostante sia spesso lodato per il suo combat system (cosa su cui concorda anche la nostra Mara, che si è occupata della recensione di Forspoken), è stato aspramente criticato per la sua gestione della storia e dei dialoghi. Il fatto che Gary Whitta, “papà” del gioco, abbia ora fatto un grosso passo indietro sul suo stesso coinvolgimento, fa sorgere ovviamente molte domande su cosa il titolo sarebbe potuto essere in origine. Domande a cui, probabilmente, mai avremo risposta.

Fonte: Twinfinite