Ghost Recon: Wildlands – recensione

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Paesaggi da cartolina e Luca Ward? Per me è sì!

Il lato tecnico ha degli evidentissimi alti e bassi: i modelli poligonali dei personaggi, sia i principali che gli NPC, non godono di grandissimo dettaglio, così come gli interni delle strutture, realizzati con texture ed elementi che rimandano ad almeno una generazione fa.

Tutta un’altra storia per quanto riguarda le ambientazioni, realizzate con estrema cura: nel corso dell’esplorazione è possibile scorgere ben 21 regioni a loro volta caratterizzate da tanti ecosistemi diversi, dalle giungle paludose alle lande innevate, fino alla costa boliviana e così via, paesaggi che su PS4 Pro rendono ancora più giustizia all’ottimo lavoro svolto da Ubisoft.

Il comparto audio gode di un doppiaggio italiano di livello stellare, guest star il grandissimo Luca Ward, nei panni di El Sueño, ma anche i suoi colleghi non sono certo da meno: l’unico neo è rappresentato dalla fastidiosissima radio presente in ogni auto boliviana, che vi farà venire voglia di lanciarvi da un burrone pur di non doverla più sopportare, e non si può nemmeno cambiare frequenza! Per fortuna, però, si può spegnere del tutto.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto:
8.5
ghost-recon-wildlands-recensione<strong>PRO</strong><br> -Ambientazioni da urlo.<br> -Tantissime missioni e attività.<br> -Divertentissimo in co-op.<br> <strong>CONTRO</strong><br> -In single perde un po' di spessore.<br> -Personaggi realizzati approssimativamente.<br>