Ghost Recon: Wildlands – recensione

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Pad alla mano?

Spendiamo qualche parola per il gameplay vero e proprio, partendo da una verità che potrebbe far storcere il naso ai fan della serie: Wildlands non è paragonabile ai vecchi Ghost Recon. La componente estremamente tattica che richiedeva perfetta coordinazione tra i membri del team è molto meno marcata, lasciando spazio a una gestione delle operazioni più arcade e votata al divertimento, a discapito del realismo. Intendiamoci: per quanto riguarda le armi, da sempre fiore all’occhiello della saga, è stato svolto un ottimo lavoro, anche qui con una vasta gamma di fucili d’assalto, da cecchino, mitragliatori, shotgun e tanto altro, a loro volta modificabili nelle parti, sia come componentistica che esteticamente.

Il problema è nello svolgimento delle missioni, in primis per la presenza del drone, un accessorio che rende davvero troppo semplice stanare e marcare i nemici, rendendoli visibili a tutto il team, team che a sua volta, se controllato dall’IA e non da compagni umani, è dotato di capacità fuori dal comune, in grado di abbattere interi gruppi nemici senza permetterci di sparare un solo proiettile.

Anche la fisica dei veicoli è quanto di più lontano ci sia dalla realtà: il titolo dà la possibilità di esplorare la Bolivia attraverso automobili, moto, barche ed elicotteri, e anche se probabilmente è stata una scelta ben precisa per risparmiare tempo e permettere di esplorare le lande selvagge, vedere un camion di diverse tonnellate scalare un sentiero in pendenza senza alcun problema fa abbastanza sorridere.

Wildlands è chiaramente pensato per essere affrontato in cooperativa, solo così riesce a esprimere il suo pieno potenziale

Wildlands, in ogni caso, è chiaramente pensato per essere affrontato in cooperativa, solo così riesce a esprimere il suo pieno potenziale: durante la nostra prova (proprio in co-op a due giocatori) abbiamo constatato quanto migliori l’esperienza giocando con un compagno umano. Scorrazzare per le varie località a bordo di due moto, lanciarsi in inseguimenti a tutta velocità con uno che guida e l’altro che spara e organizzare le tattiche d’assalto, il tutto parlando tramite microfono, è il modo migliore per godersi il titolo, e siamo certi che in tre o quattro sia anche meglio.

La storia si può giocare tutta in co-op, ma siamo rimasti perplessi da alcune scelte: innanzitutto è possibile unirsi liberamente a qualsiasi partita, anche se vengono affrontate missioni della storia più avanti rispetto a dove siamo arrivati noi, con rischio spoiler del 100%, e secondariamente, le azioni non sono sincronizzate. Nel dettaglio, per proseguire nelle missioni a volte bisogna svolgere un’azione anche se l’ha già svolta il compagno, nel mentre la cutscene è già partita per lui e noi rimaniamo indietro, oppure bisogna selezionare le destinazioni nella mappa anche se sono già state selezionate dal partner, pena il non vedere il percorso da seguire.

Si tratta di piccolezze, ma che nel complesso possono dare fastidio, soprattutto vista l’ottima longevità del gioco, che ci terrà incollati per un centinaio di missioni della storia più le secondarie e le altre attività, portando via almeno una trentina di ore prima di vedere i titoli di coda.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto:
8.5
ghost-recon-wildlands-recensione<strong>PRO</strong><br> -Ambientazioni da urlo.<br> -Tantissime missioni e attività.<br> -Divertentissimo in co-op.<br> <strong>CONTRO</strong><br> -In single perde un po' di spessore.<br> -Personaggi realizzati approssimativamente.<br>