Una riflessione nata su Twitter nelle scorse ore. L’occasione è la pubblicazione del primo trailer di Furiosa: A Mad Max Saga. Hideo Kojima ha colto l’opportunità per esprimere alcuni pareri circa l’attuale sistema di distribuzione di film, videogiochi, serie TV e in generale altri prodotti di intrattenimento.
Il leader di KojiPro appare quantomeno ‘perplesso’ dalle nuove modalità di promozione adottatew dai vari publisher e case di distribuzione. A suo avviso, la scelta di distribuire un prodotto a distanza così ravvicinata dal suo annuncio rappresenta sì un metodo efficiente di lavoro ma, anche, pone limiti alla fantasia dei fan. “Un film intratteneva ancora prima di essere uscito nelle sale”, dice Hideo Kojima al termine di una riflessione durante la quale cita le varie fasi di promozione: reveal, teaser, cast, notizie, final trailer eccetera. A tal proposito, cita Furiosa di George Miller come esempio virtuoso di ciò che lui intende come promozione: “una gioia per gli occhi” ancora prima che il film sia in sala.
Non è difficile immaginare cosa spinga Hideo Kojima a ragionare in questi termini. I suoi trailer e il suo personalissimo modo di condurre una campagna marketing rappresentano quasi un unicum nel panorama videoludico. Spesso infatti, lo ricorderete se mi leggete da un po’, il suo modo di promuovere i suoi giochi ha rappresentato un gioco a parte: i fan si interrogavano circa i possibili significati nascosti dietro determinate frasi, circa i simbolismi palesi o occulti di determinate inquadrature e oggetti di scena e, in generale, cercava di capirci qualcosa circa trama e personaggi.
Era successo con MGS V. Si è ripetuto con Death Stranding, sta accadendo di nuovo con DS2. A tal proposito, il secondo capitolo della storia di Sam potrebbe tornare sul palco dei Game Awards, esattamente un anno dopo il reveal trailer.
Insomma, Hideo Kojima pare critico circa l’abbondanza di informazioni pre-release. “I giochi sono annunciati un anno prima della loro uscita” dice, “un tempo, mentre si aspettava, si fantasticava e si discuteva del gioco insieme agli amici. Anche quella esperienza era interessante”. Non sorprende dunque che proprio Kojima abbia in qualche modo ‘approvato’ la mossa di Rockstar Games che ha limitato al minimo indispensabile le comunicazioni circa GTA 6.