Hogwarts Legacy: su Nintendo Switch la magia riesce a metà, secondo Digital Foundry

Hogwarts Legacy Nintendo Switch Digital Foundry

Hogwarts Legacy alla fine riesce a girare su Nintendo Switch. Magia? Non proprio. Alla fine i compromessi sono molti, da quelli ovvi come framerate e risoluzione a quelli più drastici, come l’impostazione della mappa di gioco. Digital Foundry, con la sua consueta analisi tecnica, ha confermato le tante rinunce fatte dal team di Avalanche per fare girare il gioco su un hardware che non ha mai brillato per potenza bruta.

Purtroppo, la conversione di Hogwarts Legacy non si è rivelata miracolosa come quella su old-gen. Il gioco è passato innanzitutto dall’essere un Open World all’essere un Open Map con la presenza di caricamenti tra una zona e l’altra. Questa è probabilmente la differenza più grossa tra la versione Nintendo Switch del gioco e quelle delle altre console, siano esse current-gen come PlayStation 5 e Xbox Series X/S o old-gen, come PlayStation 4 e Xbox One, ossia la gen usata come riferimento.

Ovviamente troviamo un pesante peggioramento di altri aspetti grafici quali l’illuminazione, ottima anche su old-gen ma davvero appiattita nella versione Switch. Elementi come l’occlusione ambientale screen space è stata rimossa in favore di una versione più primitiva. Una volta raggiunti ambienti interni, il mondo esterno viene praticamente tagliato via per risparmiare risorse. Di conseguenza non vedremo il sole penetrare all’interno delle stanze e, infine, i riflessi sono di qualità molto più bassa.

La complessità del mondo esterno ha portato anche al cambio di design di alcune sezioni di gioco, con magari un muro a coprire un’area aperta. Texture e modelli poligonali sono altri elementi profondamente peggiorati rispetto alla versione One S. Oggetti come un mappamondo appaiono più spigolosi e strutture complesse come le statue appaiono sensibilmente semplificate. La qualità della vegetazione è inferiore così come lo è la distanza di rendering.

Insomma, alla fine parliamo di differenze che era lecito aspettarsi da un gioco Third Party su Nintendo Switch. La vera sorpresa potrebbe essere proprio la rinuncia dell’open world, effettivamente inaspettata visto che Switch non mancano giochi Open World graficamente notevoli, primo tra tutti l’ovvio The Legend of Zelda: Tears of the Kingdom e il suo predecessore, Breath of the Wild.

Fonte: Digital Foundry