Killer Frequency: il terrore è in ascolto! – Recensione (PS5)

Killer Frequency Recensione PS5 10

Chi lo avrebbe mai immaginato che scrivendo la recensione di Killer Frequency di Team17, avremmo sentito la necessità di doverla trasformare in un dissing tra colleghi di redazione? Invece, ci è toccato farlo in risposta alle provocazioni del nostro Roberto Minasi della sezione News che vanta (o millanta?) un glorioso passato da speaker in ‘una delle peggiori stazioni radiofoniche di Caracas‘ (per la prima puntata cliccate qui). Non ce ne vogliano i nostri lettori, quindi, se ci riferiremo a lui durante questa analisi: non sentitevi esclusi, ma sentitevi partecipi in questo anomalo ‘dissare‘ tra colleghi!

In questo atipico horror in prima persona, caro Roberto, vestirai i panni di Forrest Nash, noto speaker radiofonico di livello nazionale caduto in disgrazia e costretto a dover dirigere un programma piuttosto discutibile chiamato “Indovina l’urlo”, per animare le deserte notti della piccola e sconosciuta città di Gallows Creek. E proprio quando il nostro riluttante eroe sta per scegliere cosa gridare al microfono che arriva una chiamata, anzi, ‘LA‘ chiamata che stravolgerà tutti i piani della nottata: un serial killer ormai considerato morto e sepolto, torna a spargere il terrore e morte tra i cittadini della placida cittadina americana.

E qui, Roberto, dovrai trasformarti in uno speaker-addetto al servizio 911 che tra un disco e l’altro, dovrà anche cercare di salvare quanti più obiettivi dalle trame omicidiarie del redivivo Killer del Fischio. È indubbio che l’incipit di Killer Frequency goda di buona originalità sia nella trama sia nell’ambientazione e ti permetterà di vivere un’esperienza horror investigativa quasi totalmente costruita sui dialoghi che intercorrono tra Forrest, Peggy e gli ascoltatori che necessitano di aiuto ai quali si accavallano surreali botta e risposta con pizzaioli in cerca di visibilità o lanci pubblicitari di scarsa credibilità.

Gli sviluppatori si sono anche concessi un buon spazio di caratterizzazione dei personaggi, che rivelano eventi del proprio passato attraverso le conversazioni tra il protagonista e la propria assistente di regia dedicate a questo scopo. Insomma, un mix di scrittura drammatica e comica che cerca di conferire un ritmo più agile a un’avventura parecchio statica che offre dinamiche di gioco che si sostanziano quasi esclusivamente davanti la console radiofonica in maniera molto guidata e lineare.

Gli unici iati offerti da Killer Frequency stanno nella limitata ed eterodiretta esplorazione della mappa in cerca di indizi utili, come appunti o ritagli di giornale e la gestione delle opzioni di risposta necessarie alla risoluzione delle missioni di salvataggio che la trama propone. Sporadicamente, ti troverai a dover venire a capo di qualche puzzle non particolarmente complesso. Ma queste variazioni di gameplay non riescono a risollevare un ritmo per lo più compassato e parecchio sui binari. L’unica sfida che il gioco ti propone è quella di cercare di salvare quanti più concittadini possibili e vantarti del risultato una volta conclusa l’avventura. Ma oltre a questo, Killer Frequency non pone particolari ostacoli nella risoluzione degli enigmi, o il raggiungimento di particolari finali.

Inoltre, c’è la possibilità di ricaricare alcune fasi salienti delle missioni, qualora dovessi sbagliare a rispondere ai vari malcapitati che ti chiameranno in diretta. Da un punto di vista tecnico, Killer Frequency non brilla per conta poligonale ma non si macchia di bug o glitch che possano disturbare il godimento dell’avventura e vanta anche una versione VR per Oculus Quest 2. In particolare, il titolo si avvantaggia di una estetica anni ’80 e una colonna sonora che rievoca sufficientemente quelli che sono stati gli anni ruggenti della radiofonia americana.

In conclusione, caro Roberto, sebbene Killer Frequency si presenta come un titolo fortemente guidato e ludicamente statico nel suo gameplay, lo si può apprezzare per la sua componente narrativa che propone un concept di trama interessante e originale e riesce sufficientemente a rappresentare un immaginario radiofonico sia nella caratterizzazione degli ambienti di gioco ma sopratutto nella stesura dei dialoghi tra il protagonista e gli altri comprimari che animano le vicende di questo atipico horror investigativo.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
7.0
killer-frequency-il-terrore-e-in-ascolto-recensione-ps5 Chi lo avrebbe mai immaginato che scrivendo la recensione di Killer Frequency di Team17, avremmo sentito la necessità di doverla trasformare in un dissing tra colleghi di redazione? Invece, ci è toccato farlo in risposta alle provocazioni del nostro Roberto Minasi della sezione News...