Questa è Sparta… Ehr…
Se da un lato, La Terra di Mezzo – L’Ombra della Guerra, presenta un sistema Nemesi potenziato e persino un lato strategico quasi “raffinato”, dall’altro non scorda certo la propria natura da blockbuster puntando su fasi di lotta davvero grezze e caciarone. Scordatevi il sistema di combattimento del recente Zelda – Breath of the Wild, tanto per fare un esempio con un titolo che potrebbe condividere tanto con questo non solo per l’impianto scenico basato su di un mondo fantasy, ma anche per la necessità di equipaggiare di continuo il proprio eroe con ciò che si trova sul campo. Ebbene, il gioco Nintendo mostrava un combat-system intelligente e profondo. Il gioco Monolith, di contro, taglia le cose con la mannaia e somiglia più alla prova dei fatti ai Prince of Persia 3D e a tutti quei prodotti in cui è necessario (ma non sempre sufficiente, lo ammettiamo) pigiare in modo forsennato il tasto di attacco per veder l’eroe affettare chiunque gli si pari di fronte. Ecco, questo è ciò che, nella nostra prova con mano, ci ha soddisfatto meno. Anche perché potrebbe rendere l’esperienza di gioco incredibilmente ripetitiva. Tenete comunque a mente che questa nostra prima impressione potrebbe essere dovuta al fatto che non abbiamo avuto il tempo di impratichirci con i controlli, ma è comunque davvero fastidioso vedere che il 90% dell’assedio o dell’assalto (e quindi del gioco) rischi di ridursi in un furibondo hack’n’slash, con il nostro Ramingo che addirittura colpisce nemici al di fuori dell’inquadratura mentre noi stavamo puntando a un altro bersaglio (e questo, ovviamente, ci espone a possibili colpi a tradimento inferti alle nostre spalle proprio da parte del guerriero che volevamo fronteggiare).
Il titolo pare dividersi tra fasi di ragionata strategia e altre decisamente più grezze e commerciali.
E’ invece una piacevole sorpresa notare che si dispone anche dell’arco, così da intavolare di tanto in tanto scontri più ragionati, magari persino fasi di cecchinaggio, ma anche qui scordatevi Zelda – Breath of the Wild e la sua gestione della fisica con la gittata delle frecce che cambiava a seconda del vento e del tipo di arma, perché dalle parti di Mordor ogni arco è in realtà una mitragliatrice che scaglia potenti dardi a raffica in grado di procedere in linea retta.
Altro aspetto che non ci ha convinto troppo riguarda la gestione dei “game over”: nel caso in cui si fallisca nella propria missione, si può ripetere l’assalto come se nulla fosse accaduto, con la sola differenza che il nostro esercito non conterà più di eventuali capitani caduti. Avremmo preferito che il nemico potesse riorganizzarsi, magari disponendo diversamente le proprie unità: invece si assiste a un vero e proprio “reset” dove gli obiettivi sono sempre quelli e stanno sempre nello stesso punto della partita andata male. In più, preparatevi, perché, in caso di dipartita prematura del povero Talion, dovrete riguardarvi una, dieci, cento volte la stessa sequenza (spesso pure piuttosto lunga) che apre la battaglia. Abbiamo chiesto agli sviluppatori se nella versione finale le cut scenes saranno skippabili e… no. Non lo saranno.