Quando Capcom ha confermato che la saga di Monster Hunter sarebbe tornata sui lidi Nintendo, in molti hanno fatto fatica a crederci. Dopotutto il successo stratosferico di Monster Hunter World (più Iceborne), che si era invece affacciato sulle console casalinghe più prestanti, sembrava aver delineato un futuro ben preciso per la serie.
A sorpresa quindi questo vero e proprio seguito, chiamato Monster Hunter Rise, sbarca su Nintendo Switch. Certo, è già stata confermata una versione PC, e anche se non sappiamo ancora quanto si dovrà aspettare nessuno resterà a bocca asciutta. Il dubbio di tutti era quello più ovvio: rimpicciolire Monster Hunter su una console obiettivamente meno prestante sarebbe potuto sfociare in un capitolo ridimensionato sia sul piano tecnico che sulle aspirazioni vere e proprie?
Assurdo ma vero, Monster Hunter Rise è l’esatto contrario di ciò che sulla carta ci si sarebbe potuto aspettare. Più grande, più libero, più ambizioso, questo nuovo episodio non è solo il prolungamento naturale di ciò che abbiamo visto in World, ma un’estensione capillare a tutti gli effetti. Ogni singolo aspetto, o quasi, ne esce largamente migliorato e l’esperienza generale ha proprio il gusto di un sequel a tutto tondo.
Niente spin-off quindi, né capitolo parallelo: siamo di fronte all’unico e vero seguito di Monster Hunter World. Insomma, un po’ come il bombo che ha ali troppo piccole per volare, ma vola comunque, Monster Hunter Rise fa lo stesso. Nintendo Switch non è abituata a reggere mondi così vasti senza muri invisibili; in questo senso, Zelda Breath of the Wild funge da eccezione più unica che rara. Ma Capcom questo non lo sa, e Rise gira comunque da Dio.
Lo stesso sottotitolo, infatti, sta a indicare la natura più aperta del titolo. Le mappe sono dei veri e propri parchi giochi senza limiti adesso. E l’introduzione dell’insetto filo, utile tanto come rampino che per picchiare i mostri con più facilità, è proprio lo specchio di ciò. Una montagna anche senza appigli non è più una barriera insormontabile, e poter sfrecciare nelle zone senza preoccuparsi dei limiti architettonici non solo è una ventata d’aria fresca, ma è anche la base su cui poi dovranno lavorare tutti i futuri Monster Hunter.
Così come è completamente nuova la possibilità di cavalcare i mostri, siano essi nemici o alleati. Il Canyne è un’introduzione di Monster Hunter Rise infatti, e oltre a fungere da supporto durante le battaglie ci permette di sfrecciare a decine di chilometri orari anche in fase di spostamento.
Il Canyne è letteralmente un prolungamento delle nostre appendici, e a bordo di esso potremo fare ogni cosa. Imbrigliare un bestione per lanciarlo contro un’altra preda è, invece, l’altra metà del divertimento. Le strategie in battaglia sono potenzialmente raddoppiate, e siamo certi che a lungo andare i fan troveranno sempre nuovi utilizzi per tutte queste meccaniche.
Ovviamente, i veri protagonisti restano loro: gli enormi bestioni che dominano il mondo di gioco e a cui dovremo fare la pelle. Letteralmente. Di ogni stazza e tipologia, tra questi mostri troviamo anche vecchie conoscenze (Rathian, Rathalos, Tigrex, Basarios, Nargacuga) e, soprattutto, nuove spaventose apparizioni.
Il Somnacanth è un Leviatano dagli incredibili poteri soporiferi, mentre il Bishaten è un gorillone che non si fa problemi a lanciarci frutta velenosa. Il Goss Harag, con le sue lame ghiacciate, è il terrore della tundra intera, mentre la spessa pelle del Tetranadon lo rende un carrarmato vivente a tutti gli effetti. La star dello spettacolo però, inutile dirlo, è il temibile Magnamalo.
Capcom l’ha già definito il “mostro copertina”, il simbolo di tutto ciò che i fan dovranno aspettarsi da Monster Hunter Rise. Ricorda una tigre, ma il suo corpo è interamente coperto da placche corazzate ed è capace di sprigionare il gas prodotto dalle orde di mostri di cui si è cibato. Questo gas, tra l’altro, esplode a piacimento in un bailamme di fiamme viola.
Elegante e cattivissimo, il Magnamalo è uno spettacolo da vedere e da combattere: animazioni e coreografie ai massimi livelli, e ha persino una colonna sonora personale. Corna e corazza ricordano le armature dei vecchi samurai, e infatti il mostro viene visto come una reincarnazione degli antichi guerrieri caduti. Semplicemente meraviglioso.
Se avete mai giocato un Monster Hunter in vita vostra, e soprattutto se avete messo le mani su World, sapete benissimo cosa aspettarvi a questo giro. La base è la medesima: si sceglie il set di armi più adatto all’occasione, ci si organizza l’inventario a seconda delle esigenze e di chi ci troveremo davanti e via, si parte per la caccia.
Caccia, tra l’altro, che ha anche rimosso i punti morti della ricerca delle tracce: ora i mostri appaiono automaticamente sulla mappa, quindi il tempo tra lo spawn e il combattimento vero e proprio è ridotto ai minimi termini.
In generale, sia grazie all’insetto filo, sia perché le mappe sono meno intricate che in passato, la fase d’esplorazione e di ricerca materiali è solo una piccola parentesi che non sovrasta mai ciò che di davvero divertente c’è in Monster Hunter Rise: le epiche battaglie con le creature colossali.
Rompere parti del corpo, stordirli, ingegnarsi con gli strumenti a disposizione e portare a casa l’ambita preda è ancora il loop centrale dell’esperienza. Farming, farming e ancora farming: il circolo virtuoso alla base del franchise è qui ancora intatto, così come è intatta l’oppiacea sensazione da “un’altra caccia e poi smetto”.
Intravedere le luci dell’alba all’ennesima missione completata non è raro, e quando c’è così tanto da fare non viene neanche mai voglia di metter giù la console.
Il rustico villaggio di Kamura è invece l’HUB da cui potremo gestire ogni futura attività, potenziarci o, anche più semplicemente, rilassarci.
Il suo retrogusto da borgo feudale farà la felicità di tutti i fan di quell’epoca storica, e se vorremo diventare cacciatori provetti è da qui che dovremo passare: ripulire le liste primarie e secondarie di missioni, così come salire di rango, diventerà ben presto la nostra prima attività. Seguita solo, inutile dirlo, dalle continue visite al fabbro e alla mensa felina dai nuovissimi Dango. Le missioni Furia, basate su meccaniche tower defense, sono una semplice ma efficace scusa per cambiare un po’ ritmo.
E tutto questo vale sia da soli che in compagnia di amici in carne ed ossa: Monster Hunter Rise, seppur sia godibile completamente in solitaria, guadagna ulteriori punti se condiviso in cooperativa. Fino a quattro giocatori potranno partire insieme per le cacce; vorremmo potervi dire di più di questa modalità, o della sua stabilità, ma sia le demo che la prova chiusa tra redattori hanno avuto vari problemi tecnici. Dovremo quindi aspettare l’uscita del gioco completo, purtroppo, per poterci professare sulla bontà dell’infrastruttura online.
Ciò che è sicuramente stabile, invece, è il comparto tecnico. Switch supera la prova a pieni voti, regalando un prodotto non solo all’altezza di ciò che ci si aspetta dalla saga (chiaramente nei limiti del possibile), ma persino più ambizioso.
Le ultime prove sulla demo mostravano un gioco capace di girare in 1344×756 in modalità dock e 960×540 in modalità portatile. La versione finale non si discosterà molto da quelle cifre, ma ciò che sorprende è il frame rate granitico sui 30 fotogrammi per secondo, anche nelle scene più concitate.
I modelli di personaggi e mostri sono grandiosi, e se si riesce a chiudere un occhio su un ambiente più spoglio e con texture sicuramente più piatte, il colpo d’occhio è assolutamente spettacolare. Il RE Engine mostra ancora una volta i suoi muscoli e siamo sicuri che questo sia solo il riscaldamento, in attesa di una certa portata di nome Resident Evil Village.
Ci sarebbe in realtà tantissimo ancora da dire su Monster Hunter Rise, ma vogliamo che il resto lo scopriate da soli. Che siate voi a lanciarvi alla ricerca delle nuove bestie e che siate voi a scalare i ranghi e a mettervi alla prova contro mostri sempre più pericolosi. Che siate voi a capire quale sia il vostro limite attuale, e ad allenarvi duramente per superarlo ancora e ancora e ancora.
I nuovi proseliti impareranno in fretta le regole di base: dopotutto, seguendo la filosofia di World, è palese la volontà degli sviluppatori di semplificare il semplificabile, senza però mai perderne in profondità. I vecchi fan invece si sentiranno subito a casa, con lo stimolo extra di dover imparare da zero il nuovo sistema di movimento. Cosa che, vi assicuriamo, richiede davvero tante ore, e altrettanti errori.
Nuovo e vecchio, insomma, si uniscono ancora una volta in un cocktail di qualità e strabordante quantità. Un cocktail che, siamo sicuri, finiremo per apprezzare appieno solo tra tanti mesi.
Monster Hunter Rise sfida ogni pronostico e, pur infilandosi in un hardware più contenuto rispetto a quello di PlayStation 4, Xbox One o PC, brilla di luce propria esattamente come dovrebbe fare un seguito. Perché è di questo che stiamo parlando: della nuova perla della collana, e di un nuovo punto di riferimento di cui tutti i capitoli futuri dovranno per forza tener conto.
Monster Hunter Rise è atteso per il prossimo 26 marzo, in esclusiva (temporale) su Nintendo Switch. Se squadra che vince non si cambia, qui parliamo invece di un’opera che mantiene intatti tutti i suoi capisaldi pur osando in una nuova, azzeccatissima direzione. Un sistema di controllo un po’ difficile da metabolizzare e una IA alleata non sempre scattante non scalfiscono di una virgola la bontà del tutto e, al limite delle quasi cento ore che ci abbiamo già speso su, è davvero difficile trovargli un vero difetto.
E voi? Vi sentite all’altezza della nuova sfida?