In fuga, in moto, da Arcadia
Sul fronte del metodo di guida, non si registrano grandi cambiamenti rispetto a quello, unico nel suo genere, che Milestone aveva sfoderato in MXGP2. Questo vuol dire che ci troviamo di fronte a un titolo studiato tanto per divertire i giocatori casual, che vogliono limitarsi a impugnare il pad per scorazzare nel fango, quanto quelli hardcore, che magari sono alla ricerca di qualcosa di maggiormente simulativo.
MXGP3 di norma si pone all’utente come un gioco all’acqua di rose: scartabellando le opzioni di gioco è però possibile disabilitare tutti gli aiuti che rendono facile restare in sella. Sono un bel po’ e grazie a queste voci potrete plasmare il gioco su misura delle vostre necessità.
Se da un lato la fisica gestisce in modo convincente quello tra la moto e il tracciato, dall’altro gli scontri sono gestiti come se MXGP3 fosse un arcade.
Se sceglierete un approccio simulativo, noterete che massima attenzione è stata data alla necessità di trovare sempre un equilibrio tra il peso del mezzo e quello del pilota, spostandolo in avanti o indietro, a destra e a sinistra, a seconda del dosso, della curva, della rampa o del volo che vi sta impegnando. A proposito dei voli: in questo genere di competizioni sono all’ordine del giorno. Ma non crediate che una moto sospesa in aria sia fuori controllo: è possibile infatti continuare a governarla proprio spostando il pilota: un rapido abbassammento (una picchiata insomma, il cosiddetto “scrub”) consente di perdere meno tempo volando e di ritornare più velocemente in pista. Tutti trucchi che un sistema di controllo profondo ma addomesticabile – avendo cura di giocherellare un po’ con le opzioni così da disattivare tutti quegli aiuti abilitati di default – permette già dopo qualche partita di sfoderare e che fanno la differenza quando c’è da limare qualche centesimo di secondo.