Netflix: Amazon, Blockbuster e non solo. Sui social è gara di sfottò

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Quel tweet datato 10 marzo 2017 potrebbe perseguitare Netflix ancora per gli anni a venire. “Love is sharing a password” dicevano i social media manager dell’azienda lasciando intendere dunque che la pratica della condivisione degli account non fosse un tabù agli occhi del servizio clienti. Fast forward di qualche anno e nel 2022 arrivano le dichiarazioni di una Netflix che in qualche modo rinnega se stessa: condividere password non va più bene, prenderemo provvedimenti.

Succede così che nel corso degli ultimi 12 mesi si cominciano a introdurre nuove regole e nuove misure preventive e repressive. Introdotto anche un tier di abbonamento a basso costo con l’inserimento della pubblicità (iniziativa che alla stampa viene indicata come di successo). Intanto, prima in pochi paesi, vengono testati i sistemi necessari per rilevare accessi agli account registrati da indirizzi IP diversi da quelli utilizzati normalmente.

È uno dei sistemi messi in campo dall’azienda per contrastare il fenomeno. Agli inizi del 2023, dopo mesi di dichiarazioni, il sistema comincia a prendere effettivamente piede. A colpire per prima è “UNO”. Il profilo twitter dedicato al gioco di carte spaccafamiglie per eccellenza ha risposto con una semplice carta “Reverse” questo marzo.

Ancora avanti veloce, stavolta solo fino al 24 maggio. È da quel giorno che Netflix rende effettive le sue regole a livello globale andando a toccare dunque i principali mercati. Italia ma anche USA e UK. Per i social è l’ora X. La prima a colpire è Amazon Prime Video, edizione UK seguita immediatamente a ruota dal profilo in lingua italiana: “questa è per gli scrocconi” la didascalia che accompagna il post.

A colpire durissimo però sono certamente gli storici rivali di Blockbuster. La catena di negozi di videonoleggio (oramai prossima alla scomparsa definitiva) è stata tra le prime e più agguerrite competitor della “grande N” che, prima dello streaming, offriva un servizio di videonoleggio anch’essa. Blockbuster ha voluto ricordare come “ai suoi tempi” film su cassette e DVD potevano essere condivisi con chi si voleva, purché restituiti in tempo.

Poi ci sono loro, gli utenti. Che si appartenga alla fascia dei delusi, a quella dei compiaciuti o a quelli che non verranno toccati dalla questione, l’indifferenza non appartiene a questo mondo (social). I contributi al suono di “Cancel Netflix” e hashtag simili sono innumerevoli. C’è chi si rammarica di interrompere una relazione durata 23 anni, chi posta vignette e chi, invece, si chiede se sia ancora in grado di ricorrere alla pirateria (questo uno dei trope più utilizzati). Persino io ho partecipato alla festa a modo mio.

Fonte: Twitter