NVIDIA non sembra contenta dello stato attuale della realtà virtuale e, di conseguenza, ha iniziato una collaborazione con la prestigiosa Stanford University per creare un nuovo ecosistema. Il problema che evidenziano è chiamato vergence-accommodation conflict e rappresenta le difficoltà che ha la retina ad adeguarsi alle differenti distanze focali, un limite che si nota molto anche nei film 3D, quando cerchiamo di mettere a fuoco un oggetto teoricamente vicino – ipoteticamente raggiungibile con la mano – mentre fissiamo uno schermo che comunque è ben più distante. In queste situazioni, gli occhi tendono a incrociarsi, creando il fastidioso mal di testa e lo sdoppiamento di immagini che accusano alcuni utenti. NVIDIA ha chiesto alla Stanford di studiare una soluzione al problema e il professor Gordon Wetzstein sembra abbia trovato una soluzione, il light field stereoscopy. Praticamente, si usano due display LCD separati da uno strato di 5 mm, studiati per far sì che l’occhio riesca a mettere tutto a fuoco senza fatica. “Il sistema offre un’esperienza più ricca e naturale rispetto agli altri visori VR e ha il potenziale per ridurre la nausea e i problemi di visione a essi associati“.
Per quanto intrigante, però, è inutile iniziare a scalpitare per averla in casa: a quanto pare, i primi esemplari potranno essere disponibili a partire dal 2018.
Fonte: Fudzilla