Si chiude per sempre una delle pagine storiche dell’Internet 2.0. Omegle, il sito di videochat fondato nel 2009 ha chiuso i battenti per sempre. Ad annunciarlo, dalla homepage ufficiale, è Leif K-Brooks, la persona che ha prima immaginato e poi realizzato il progetto 14 anni fa. tra le righe – ma non troppo – della lunga lettera di commiato preparata dal CEO e Founder si intuisce che i motivi che hanno portato alla decisione siano molteplici.
“Negli anni, le persone hanno usato Omegle per esplorare culture straniere; per ottenere consigli sulla propria vita da terzi imparziali; e per aiutare ad alleviare i sentimenti di solitudine e isolamento. Ho anche sentito storie di anime gemelle che si sono incontrate e si sono sposate. Queste sono solo alcune delle cose positive” scrive tra le prime righe Brooks.
Il bossc poi riconosce: “praticamente ogni strumento può essere utilizzato per il bene o per il male, e ciò è particolarmente vero per gli strumenti di comunicazione“. Brooks afferma di avere piena coscienza del fatto che il suo sito potesse essere utilizzato – che sia stato effettivamente utilizzato – per commettere anche crimini. A tal proposito, il founder sostiene di aver preso ogni precauzione necessaria per ridurre al minimo i rischi. Moderazione operata da esseri umani che agivano dietro le quinte fino all’implementazione di algoritmi e IA che coadiuvassero il team interno.
“Negli ultimi anni, sembra che il mondo intero sia diventato più irascibile. Forse questo ha qualcosa a che fare con la pandemia o con i disaccordi politici. Qualunque sia il motivo, le persone sono diventate più veloci ad attaccare e più lente a riconoscere la reciproca umanità. Un aspetto di questo è stato un continuo bombardamento di attacchi ai servizi di comunicazione, Omegle compreso, basato sul comportamento di un sottoinsieme dannoso di utenti” si legge negli ultimi paragrafi della missiva.
“Se qualcosa di semplice come incontrare nuove persone a caso è proibito, cosa succederà dopo?“ si chiede Brooks che poi prosegue: “purtroppo, ciò che è giusto non sempre prevale. Per quanto vorrei che le circostanze fossero diverse, lo stress e la spesa di questa lotta, insieme allo stress e alla spesa esistenti per mandare avanti Omegle e combattere l’uso inappropriato del sito, sono semplicemente troppo. Non è più sostenibile, né finanziariamente né psicologicamente. Francamente, non voglio avere un attacco di cuore a 30 anni”.
“La battaglia per Omegle è stata persa, ma la guerra contro Internet infuria ancora” conclude il CEO.