Oriente vs Occidente: due diverse filosofie di sviluppo dei giochi

Il Giappone è da sempre stato la patria dei videogiochi. Ma anche gli studi occidentali non sono da meno, basti pensare a Electronic Arts, Blizzard, Ubisoft e CD Projekt.

La principale differenza tra un titolo realizzato in oriente, piuttosto che in occidente, risiede nella filosofia alla base dello sviluppo.

Di queste differenze ce ne ha parlato in una intervista Jordan Amaro, game designer di Nintento che ha lavorato su The Legend of Zelda Breath of the Wild e Splatoon 2, con lui c’è solamente un altro sviluppatore occidentale negli studi Nintendo.

Il curriculum di Amaro farebbe invidia a chiunque! È originario di Parigi, è cresciuto negli studi di Ubisoft, Crytek e 2K Games prima di entrare nelle grazie di Kojima e diventare l’unico sviluppatore non asiatico di Metal Gear Solid V.

Amaro ci ha spiegato il differente approccio tra gli studi di sviluppo orientali e occidentali.

Ci sono molteplici differenti tipi di approccio in Giappone. Ogni compagnia ha la sua cultura. A me sembra che il modo in cui creavamo i giochi alla Kojima Productions, il modo in cui sono realizzati da Capcom e Nintendo, la via percorsa da Platinum Games o From Software, penso che tutti diano massima importanza alle meccaniche di gioco piuttosto che all’ambientazione, la trama, il messaggio e tutta quella roba“, ha detto Amaro.

“Sto stereotipando il tutto, ma in occidente trama, visuali e caratteristiche sono l’attrattiva principale. Per esempio quando ero agli studi di Kojima Productions L.A. avevamo un ufficio a Los Angeles dove accettavamo proposte per nuovi giochi. Ogni colloquio cominciava sempre con: <<Questo è il mondo in cui vi trovate. Questa è l’esperienza che vogliamo dare>>. Mentre il gameplay era relegato a pagina 5, 6 o 10. Gira tutto attorno a chi siete, chi è il personaggio, che succede, ma non su come è ci gioco?“, ha continuato il game designer.

In Giappone, il progetto è di una o due pagine. Nella prima pagina si scrive di cosa parla il gioco e come giocarlo. E la seconda è dedicata a eventuali illustrazioni. Non ci interessa sapere chi sia il protagonista o quale sarà la trama, o il mondo di gioco, nulla di tutto questo è importante“, ha concluso Amaro.

Come in molti hanno avuto modo di notare, l’approccio nipponico spinge verso una elevata rigiocabilità dei titoli. Mentre le complesse trame occidentali sono difficilmente rigiocabili nel breve periodo, accostando quindi svariate modalità multiplayer.

Ovviamente si tratta di un discorso in generale, ma è facile trovare eccezioni sia in uno che nell’altro caso.

Fonte: Rolling Stone