Anno nuovo, morte nuova
Red Barrels ha già confermato come Outlast 2 sia ambientato nel medesimo mondo del prequel. Va quindi messo in conto che gli esperimenti al Manicomio di Mount Massive possano avere un qualche tipo di impatto, o addirittura essere collegati, ai nuovi avvenimenti. Per ovvie motivazioni, a questo giro vestiremo i panni di un altro personaggio. Il malcapitato di turno è Blake Langermann, un giornalista partito per l’Arizona alla ricerca della verità sulla morte di Jane Doe.
Quest’ultima si è infatti tolta la vita mentre era ancora incinta ma, per qualche motivazione a noi sconosciuta, sembrano esserci dubbi sul suo effettivo suicidio. Dopo una rapida occhiata alla follia che permea il villaggio in cui viveva, però, possiamo anche intuire il perché. Quello del paesino perduto nella foresta pieno di maniaci religiosi è, ovviamente, un cliché ormai abusatissimo, proprio come quello dell’ospedale in cui si fa più del male che del bene. Ancora una volta, però, la saga sembra dimostrare che l’importante non è quello che fai, ma come lo fai.
Outlast 2 prende uno stereotipo vecchio come il cucco e lo piazza su delle fondamenta già da ora solidissime, mescolando le carte in tavola e riuscendo a tenere altissima l’attenzione anche già solo in una dimostrazione di mezz’ora scarsa.
Outlast 2 prende uno stereotipo vecchio come il cucco e lo piazza su delle fondamenta già da ora solidissime, mescolando le carte in tavola e riuscendo a tenere altissima l’attenzione anche già solo in una dimostrazione di mezz’ora scarsa.