Prima di quattro anni fa, nominare nel nostro paese la saga di Persona, che nasceva come spin-off dall’ambientazione scolastica della cupa serie di Shin Megami Tensei, lasciava basiti o perplessi molto videogiocatori. C’era chi non ne aveva mai sentito parlare, chi non voleva provare i suoi titoli poiché non tradotti in italiano, chi semplicemente non era interessato perché la riteneva troppo di nicchia e ricca di lunghi e noiosi dialoghi.
Con il rilascio di Persona 5 Royal localizzato nella lingua dello stivale, nel marzo 2020, le carte in tavola sono completamente cambiate e la serie è riuscita guadagnarsi il favore di un consistente numero di nuovi appassionati, che ora lo considerano, a ragione e con cognizione di causa, uno dei migliori JPRG mai realizzati.
Anche nel resto del mondo P5 ha riscosso notevole successo, portando Atlus a creare numerosi titoli satellite ad esso legati, tra i quali Persona 5 Strikers – un ibrido tra un action RPG e un musou – e Persona 5 Tactica – come da nome, un gioco di ruolo tattico – di recente uscita.
Oltre a questo, nel corso del 2023, Persona 3 Portable e Persona 4 Golden sono stati finalmente resi disponibili sulle piattaforme di gioco odierne, permettendo ai più curiosi di scoprirli e goderseli per la prima volta senza dover ricorrere al retrogaming e spendere cifre folli per recuperarli.
Persona 3 – Molte riedizioni, nessuna davvero convincente
In tutta questa sequenza di successi però vi era sempre stata una falla, un problema legato proprio al terzo capitolo di Persona e al fatto che non esistesse una versione del gioco che gli rendesse la giustizia che meritava. Il titolo originale del 2006 e Persona 3 FES – quest’ultima una riedizione che aggiungeva “The Answer”, uno scenario che raccontava una parte di trama inedita che avveniva dopo il finale – erano minati da un grave problema legato al sistema di combattimento, in cui l’unico personaggio che si poteva comandare direttamente era il protagonista, mentre gli altri erano gestiti dall’intelligenza artificiale.
Essendo un combat system a turni, gran parte del divertimento andava a perdersi e spesso e volentieri gli alleati schierati in campo agivano in maniera sconsiderata portando alla sconfitta e ad una conseguente frustrazione. Persona 3 Portable, nato inizialmente per PSP, correggeva questo difetto ma eliminava tutta quella che era la parte esplorativa di Tatsumi Port Island durante le sezioni di vita quotidiana. Ci si poteva spostare nelle varie zone del setting ma il tutto avveniva tramite dei menù in perfetto stile visual novel e gli sfondi erano fissi e pre-renderizzati, andando a rovinare in larga scala quella che era l’immersività tipica dei Persona.
Atlus, evidentemente conscia della situazione e reduce dal favore riscontrato da Persona 5, ha infine deciso di sorprendere il pubblico annunciando Persona 3 Reload, un rifacimento totale della sua opera, che ne rivede lo stile grafico e il gameplay, attualizzandolo a quelli che sono i canoni della serie odierni per attrarre nuova utenza, ma che aggiunge parecchie succose novità per solleticare anche il palato di coloro che già la conoscono a memoria.
L’operazione è quindi riuscita? E’ giunto il momento di tornare al liceo Gekkoukan e di scoprirlo insieme.
Ombre a Tatsumi Port Island – Una trama oscura che tratta temi delicati, personaggi sfaccettati e contenuti narrativi mancanti
La trama di Persona 3 si distingue nettamente rispetto a quella del quinto capitolo in merito alle tematiche più dark che la caratterizzano. Depressione – non per nulla il colore dominante è il blu -, suicidio, bullismo, la riflessione sul senso della vita e sulle azioni che compiamo ripetutamente ogni giorno sono infatti il focus principale e vanno a dipingere uno scenario, molto più oscuro e meno scanzonato rispetto alla Tokyo dei Ladri Fantasma, nonostante non saranno assenti momenti più comici e leggeri.
La storia principale è rimasta esattamente come la ricordavamo: siamo nel 2009, Makoto Yuki (nome canonico del protagonista, potremo rinominarlo a piacimento come da tradizione) giunge a Tatsumi Port Island, città in riva al mare che nasconde un grande segreto: allo scoccare delle mezzanotte ha inizio l’Ora Buia, un’ora fuori dal tempo ordinario in cui l’intero luogo viene avvolto da una tetra luce verde, le acque si tingono di rosso e le persone inconsapevolmente si trasformano in bare inquietanti, tornando normali e non ricordando nulla al suo termine.
Il compito di Yuki e dei compagni, che conoscerà a scuola e al dormitorio Iwatodai, come lui immuni alla maledizione e in grado di evocare i Personae, sarà quello di scoprire l’origine del fenomeno scalando il Tartaro, una torre dall’altezza sconfinata e nucleo da cui hanno origine le Ombre, creature mostruose che si nutrono della psiche di chi si aggira per le vie cittadine durante l’orario proibito.
Il mistero si dipanerà nell’arco dei dieci mesi effettivi di gioco che vivremo in compagnia di Yuki e suoi amici del SEES – acronimo di Squadra Esecutiva Extracurricolare Specializzata – gruppo di giovani che ha l’obiettivo di sterminare le Ombre e di mettere fine una volta per tutte all’Ora Buia.
La trama, come in Persona 4 e 5, è anche in questo caso molto longeva, emozionante e ricca di colpi scena e non ha nulla da invidiare loro. Anzi i temi più oscuri, intimisti e legati al malessere interiore causato da traumi irrisolti, incertezza verso il futuro e il sentirsi inadeguati all’interno della società rendono Persona 3 ancora più maturo e profondo rispetto alle storie dai toni già adulti presentate dai suoi successori.
La scrittura dei personaggi è rimasta anch’essa intatta e, come da tradizione della serie è di altissimo livello. Essi sono sfaccettati e, come fossero persone in carne ed ossa, hanno numerosi lati della personalità per nulla scontati che usciranno allo scoperto nel corso dell’avventura.
Sarà impossibile non affezionarsi a Junpei Iori, lo scapestrato e imbranato compagno di classe o a non rimanere affascinati dalla regalità di Mitsuru, giovane dotata di un’intelligenza superiore e di bell’aspetto, rampolla della ricca quanto oscura famiglia Kirijo, potenza che sembra manovrare le fila di tutto ciò che accade in città.
Anche il resto del cast è realizzato con maestria: la fragilità che Yukari Takeba nasconde dietro un’apparente guscio permeato di fermezza è palpabile, così come sarà impossibile non empatizzare con il piccolo Amada e il suo triste passato, o provare l’impulso di accarezzare il piccolo Koromaru ogniqualvolta lo si incontra, un cane che il gruppo adotterà in seguito ad eventi che vi lascio il piacere di (ri)scoprire.
Sul fronte narrativo quindi tutto è rimasto fedele al materiale d’origine e Persona 3 Reload risulta attualissimo ancora oggi, tenendo letteralmente il giocatore incollato allo schermo, che vorrà a tutti i costi scoprire come la trama prosegue.
Nonostante la mole consistente di dialoghi tutti sottotitolati in italiano, annoiarsi risulterà veramente difficile agli appassionati del genere. L’ansia, il senso di catastrofe incombente e l’atmosfera di irrequietezza generale contribuiranno a mantenere alta la soglia di attenzione.
Interessante è poi l’aggiunta di alcune scene extra, facilmente missabili se non si presta attenzione, che hanno il compito di raccontarci di più sui personaggi maschili del nostro gruppo e che sono state inserite per compensare alla mancanza delle Affinità Sociali (corrispettivo dei Confidant in P5) con loro. Differente è il discorso per le ragazze, con le quali da un certo punto in poi potremo intraprendere un rapporto che potrà sfociare nella classica romance.
Grande assenti in Reload sono invece lo scenario “The Answer” – che si teme possa arrivare in futuro come DLC a pagamento – e la possibilità di giocare con una protagonista femminile come accadeva in Portable. Un vero peccato e un po’ ingiusto nei confronti delle ragazze appassionate del brand, private della possibilità interpretare un avatar che le rappresenti e quindi di immedesimarsi maggiormente nel racconto.
Considerando che questi contenuti erano già stati realizzati, perlomeno per quanto riguarda la loro scrittura, non sarebbe stato male includerli in quella che vuole essere la versione definitiva del gioco, nonostante fosse stato dichiarato fin dall’inizio che Reload si sarebbe rifatto al Persona 3 “base” del 2006.
Staremo a vedere cosa accadrà in futuro. Ora non ci resta che addentrarsi nel Tartaro per scoprire cos’è cambiato quando si tratta di andare a caccia di Ombre.
Ombre sul Tartaro – Addio “fatigue”, benvenuti Frammenti del Crepuscolo, Cambio e Teurgia
Scalare i 256 piani del Tartaro generati proceduralmente sarà oggi più interessante e risulterà più agile rispetto ad una volta, grazie alle novità presenti in Reload.
Innanzitutto è stata eliminata la meccanica della “fatigue”, che faceva sì che i personaggi si stancassero dopo un tot di tempo trascorso nella torre, rendendoli meno performanti in battaglia. A livello di immersione qualcuno considererà questa una grave perdita, però nell’economia generale del gioco, poter proseguire nell’esplorazione finché HP ed SP lo permettono aiuta a mantenere un ritmo migliore, scevro da inutili e tediose lungaggini.
Durante le nostre peregrinazioni all’interno del dungeon potremo poi trovare alcuni elementi dello scenario da distruggere che ci doneranno materiali da rivendere in cambio di denaro o Frammenti del Crepuscolo, necessari ad aprire forzieri contenenti equipaggiamenti e/o oggetti rari o che potremo spendere per curare completamente i nostri HP e SP con gli orologi che troveremo saltuariamente durante la scalata o con quello che sarà sempre presente al piano terra.
E’ stata poi implementata la possibilità di curarsi automaticamente con la semplice pressione di un paio di tasti, senza che ogni volta si debba entrare nel menù e selezionare la magia o l’oggetto utile a rimetterci in sesto.
Anche le fight, rigorosamente a turni, sono state snellite in maniera efficace, grazie alle meccaniche del “Cambio” e della “Teurgia”.
La prima consente di passare ad un altro alleato presente in campo quando si colpisce il nemico con una tecnica a cui è debole, sfruttando così le sue abilità per eventualmente atterrare altri avversari, dando vita ad una sequenza di attacchi che può risultare devastante.
La Teurgia invece, disponibile da un certo punto dell’avventura in poi, è una barra di cui ciascun protagonista è dotato e che si ricaricherà leggermente quando si attaccherà o si evocherà un Persona. Vi sarà anche la possibilità di far sì che si riempia più rapidamente, agendo secondo la personalità dei vari eroi.
Un esempio pratico: Yukari avrà un boost nella ricarica se utilizzerà tecniche curative, così lo avrà Aigis sfruttando le abilità fisiche e Junpei infliggendo colpi critici.
Una volta che l’indicatore sarà pieno, si potrà eseguire un attacco speciale – una vera e propria Limit Break alla Final Fantasy VII per intenderci, con tanto di animazione dedicata – che spesso e volentieri infliggerà un ingente danno alle Ombre che ci troveremo davanti. Non sempre però la Teurgia è offensiva: vi sono anche alcune abilità “teurgiche” che possono curare o boostare temporaneamente le stat del party, come “Oracolo” di Fuuka.
La Teurgia quindi non solo va a rendere gli scontri più tattici e incalzanti, ma sarà fondamentale da padroneggiare per sopravvivere alle fight contro le Ombre più pericolose.
Un’altra novità è legata alle Porte e ai Percorsi della Monade, che ancora sono opzionali ma non sono più un blocco a parte accessibile dopo aver scalato la zona di Adamah. Da uno specifico momento in poi queste porte inizieranno a comparire e ci condurranno nei recessi più profondi del Tartaro, in cui dovremo scontrarci con nemici più forti per raggiungere alcuni tesori o sbloccare nuove Carte dei Tarocchi degli Arcani Maggiori. Esse faranno la loro comparsa nella Mano Arcana alla fine di certe fight e se verranno selezionate potranno conferirci bonus utili e temporanei come l’ottenimento di più punti esperienza in battaglia, caratteristiche dei Persona aumentate e così via.
Con tutte queste migliorie la parte “dungeon crawler” di Persona 3 risulta sicuramente più piacevole rispetto al passato, al di là di un design generale dell’ambientazione che di certo non compete con l’originalità dei Palazzi visti nel Metaverso di Persona 5, ma che ricorda ben più da vicino i famigerati “Mementos”. Non si poteva fare però diversamente, dato che la struttura del Tartaro ha un profondo senso a livello narrativo e modificarla lo avrebbe stravolto.
Vi saranno però le operazioni speciali durante le notti di luna piena che ci condurranno talvolta in dungeon inediti e dalla struttura fissa, ma spesso e volentieri si tratterà di luoghi composti da poche stanze e in cui dovremo solo trovare il boss da eliminare.
Nel frattempo però si è fatto giorno, l’Ora Buia è passata ed è il caso di spostarci su quelle che sono le attività diurne alle quali il nostro Makoto potrà dedicarsi.
Luci accese nel dormitorio Iwatodai – Affinità sociali e tanto altro
Come in tutti i Persona, l’altra faccia della medaglia del gameplay è incentrata sulla vita quotidiana. Potremo infatti dedicarci a fare la conoscenza di svariati personaggi che incontreremo a scuola o in giro per la città, in modo da innalzare le nostre Affinità Sociali, utili a fondere Personae più potenti nella Stanza di Velluto, dove non mancherà l’onnipresente Igor, visto in tutti i capitoli del brand.
Le personalità che andremo a conoscere – legate come sempre ad uno specifico Arcano – sono per la maggior parte interessanti e ci mostreranno uno quadro vivido e variopinto di quelli che erano – e sono tutt’oggi – i principali dolori che affliggono la società.
C’e Maiko, la bambina delle elementari che soffre e non vuole tornare a casa perché i genitori sono sull’orlo della separazione; Kamiki, il giovane dall’aria affranta che sfugge all’ossessione della sua malattia rifugiandosi nella lettura; o Suemitsu, lo studente obeso autoproclamatosi “Re Gourmet” che a causa della sua forma fisica si sente perennemente inadeguato. Quasi tutti, di fatto, vogliono rappresentare una critica elegantissima e non didascalica nei confronti di certe problematiche sociali, portandoci ad una riflessione che supera i confini del videogioco.
Sarà quindi piacevole approfondire i legami con loro, non solo per fini pratici di gameplay, ma anche per godere di altri momenti in cui la scrittura regala il meglio di sè.
In Persona 3 Reload vi è anche però un elemento in più rispetto a Persona 5 che in realtà era già presente nelle edizioni precedenti, che qui è stato limato. Dando le risposte sbagliate, un rapporto potrà deteriorarsi e farà si che la Carta dell’Arcano che lo rappresenta possa “Rovesciarsi”, fino a quando non ci scuseremo con il personaggio che avremo fatto arrabbiare.
Le Affinità Sociali potranno quindi bloccarsi fino a quando non ripareremo ai nostri errori, conferendo un realismo e una coerenza maggiori rispetto al suo successore dove le relazioni seguono sempre e solo una direzione positiva mano a mano che le si approfondisce.
Eliminata invece la possibilità, già comunque rara, che un legame si spezzi per sempre interagendo scorrettamente quando un rapporto è in difficoltà, non permettendo di conseguenza di fondere mai più i Persona di un determinato Arcano.
Ci vorrà comunque molto impegno per far sì che una relazione prenda una brutta piega e vi posso confermare che nel corso della mia lunga run è accaduto solo una volta per una semplice disattenzione. Al massimo potrete sempre utilizzare la nuova comoda funzione di riavvolgimento, che vi pemetterà di ricaricare gli ultimi autosalvataggi, riparando così tutto in un batter d’occhio.
Non dovrete neanche preoccuparvi di saltare qualche appuntamento che avete preso con qualcuno, perché il livello del vostro rapporto rimarrà comunque sempre fisso e non scenderà, come accadeva invece nell’originale e in FES se non vi comportavate secondo il galateo.
Oltre alle relazioni, tornano anche le statistiche sociali da evolvere per il protagonista, tipiche della serie e fondamentali per poter selezionare certe risposte nei dialoghi o per intraprendere nuove amicizie. In questo caso saranno tre, Coraggio, Fascino, e Sapere e le potremo migliorare compiendo le azioni più svariate.
Studiare in compagnia al dormitorio la sera alzerà di qualche punto il nostro Sapere, così come guardare un film dell’orrore al cinema potrà renderci più coraggiosi o un caffè nell’elegante Cafè Chagal potrà renderci più fascinosi alla vista delle persone che ci stimano. Per migliorarci potremo anche acquistare dei DVD interattivi – nel nuovo Internet caffè della zona commerciale di Iwatodai – che potremo gustarci in tranquillità la sera davanti al computer del nostro dormitorio.
L’unico difetto che purtroppo questa meccanica si porta dietro da sempre è che non è mai chiaro quanti siano di preciso i punti che abbiamo ottenuto in ciascuna caratteristica. E’ da Persona 5 base che speravamo sopperissero a questa mancanza, ma a quanto pare agli sviluppatori e molti altri giocatori ciò non crea problema.
Attività in dormitorio: un ottimo modo per guadagnare punti extra
Esiste comunque un altro modo per aumentare i punti delle statistiche sociali ed è associato ad una delle nuove feature introdotte in Persona 3 Reload, ossia le attività del dormitorio.
In questo rifacimento infatti, quando avanzeremo di qualche mese nella storia, potremo trascorrere le serate in compagnia di uno dei membri del party e svolgere con esso delle attività ricreative. Esse non andranno ad aumentare il grado delle specifiche Affinità Sociali, ma ci permetteranno di conoscere meglio il personaggio con cui decideremo di passare del tempo e di sbloccare per lui o per lei delle abilità passive permanenti utili durante i viaggi nel Tartaro.
Esempio: rincasati la sera, Akihiko potrebbe chiederci di guardare con lui un film di arti marziali. Se accetteremo, il nostro Sapere aumenterà e nel frattempo avremo avuto modo di conoscerlo più a fondo, cosa che non era possibile in Persona 3 originale e FES, non essendoci un’Affinità Sociale specifica per lui e per gli altri ragazzi del gruppo SEES. Continuando a passare del tempo in sua compagnia quando ce lo proporrà, potremo arrivare a sbloccare per lui un’abilità passiva, ossia l’aumento della durata dei buff positivi su sé stesso durante le fight.
Sarà bene quindi accettare sempre le proposte che ci verranno fatte in serata, sia per godere degli approfondimenti caratteriali dei vari PG, sia per essere sempre più performanti quando si tratta di andare a picchiare ombre.
Perché, come sanno bene i fan di Persona, la pianificazione e la preparazione sono tutto in questo serie.
Ma al di là di tutto, personaggi e mondo di gioco saranno belli da vedere e saranno stati svecchiati nella giusta maniera?
Un anime da giocare – Un rifacimento grafico coi fiocchi
Senza tanti fronzoli: Persona 3 Reload da vedere è pure gioia per gli occhi. Il restyle grafico, che si rifà chiaramente allo stile di Persona 5, soprattutto per la telecamera che ora e all’altezza del protagonista e non più a volo d’uccello, è perfetto e lo rende di fatto un vero e proprio anime di qualità tutto da giocare. Si perde forse un po’, a livello visivo, quel tocco più gloomy e malinconico che caratterizzava le edizioni precedenti, per lasciare spazio a colori più vivi e sgargianti, ma nonostante questo vi posso assicurare che l’atmosfera generale è rimasta la stessa.
I modelli dei personaggi sono anch’essi realizzati divinamente, con abiti particolareggiati e curati e con fattezze più verosimili e umane rispetto alle loro controparti del 2006, che quasi sfociavano nello stile chibi.
Anche le varie aree di Tatsumi Port Island, poche ma iconiche, che andremo a visitare saranno abbastanza ricche di piccoli dettagli: nella scuola vi saranno molti studenti che pullulano per i corridoi, così le strade saranno piene di persone affaccendate, rendendo il setting pulsante di vita, proprio come la Tokyo di Persona 5.
Insomma, la vostra vista godrà molto mentre vi aggirerete per le strade di questo microcosmo urbano che nasconde non pochi misteri, ricreato per l’occasione con Unreal Engine 4.
Anche il Tartarus è stato visibilmente migliorato, con le sue aree diverse dopo aver scalato un tot di piani, ma resta comunque, purtroppo, il punto più basso e meno intrigante a livello di design, vuoi per la sua struttura procedurale, vuoi per la sua innata ripetitività. Come già detto però, diversamente non si poteva fare.
Stupende invece sono le animazioni realizzate per la Teurgia, uniche per ogni tecnica speciale e in grado di trasmettere con decisione la potenza dell’attacco che andremo a realizzare.
Ottima anche l’estetica dei menù – seppur non raggiunga l’eccellenza di quelli di P5 -, questa volta sulle tonalità cromatiche blu/azzurrine, con Makoto sullo sfondo che si muoverà diversamente a seconda della voce che andremo a selezionare.
Menzione d’onore anche per le artwork molto espressive dei personaggi che compariranno durante i dialoghi, disegnate dall’artista Azusa Shimada sotto la supervisione di Shigenori Soejima, storico character designer della serie e del mai troppo lodato Catherine.
Presenti anche i classici filmati in stile anime atti a raccontare i momenti più importanti della storia, anch’essi realizzati con maestria, esattamente come è accaduto per la colonna sonora.
Una OST da brividi e un doppiaggio eccellente – Kitajoh scuote il mondo
Le musiche presenti in Persona 3 Reload sono di altissimo livello. Kitajoh, discepolo del maestro Shoji Meguro ha svolto in maniera impeccabile il suo lavoro, riarrangiando magistralmente da cima a fondo una OST dalle sonorità hip hop/rock con più di qualche accenno di rap che già era eccezionale in partenza.
Degno di nota è il ritorno del rapper Lotus Juice che dà il meglio di sé in tracce come “Mass Destruction” (la classica battle theme di P3) e nella nuova “It’s Going Down Now” che potremo ascoltare quando coglieremo un’ombra di sorpresa per dare inizio ad uno scontro.
Meno apprezzabile, a mio avviso, la voce della cantante Azumi Kawamura che va a sostituire la storica Azumi Takashi nel cantato femminile. La sua pronuncia inglese è molto strana (“Baby, Baby” detto da lei in Mass Destruction perde tutto il suo fascino) e il timbro vocale in certi momenti non è dei più piacevoli, considerando che spesso e volentieri “strascisca” troppo le parole.
Al di là di questo comunque, la OST a livello strumentale resta eccezionale e ad un neofita minuzie come queste non salteranno certo all’orecchio.
Parlando invece di doppiaggio, anch’esso è stato registrato di nuovo da zero e sarà possibile selezionare, come oramai è consuetudine, tra inglese e giapponese. Io, da sciocca tradizione personale ho giocato in inglese e ho trovato le voci azzeccate per tutti, nonostante tra il cast di doppiatori non figuri nessun nome troppo noto.
Degno di nota anche il fatto che ora tutte le cutscene delle Affinità Sociali siano state completamente doppiate, conferendo ad esse un carico di emozioni ancora maggiore.
Sul lato sonoro Atlus non delude mai.
In conclusione – Un must play sia per i neofiti amanti dei JRPG sia per coloro che lo conoscono a memoria
Atlus ha fatto centro un’altra volta, riportando in vita nella migliore forma possibile un’opera matura, magnifica e ancora attuale.
La struttura di gioco intrattiene, la voglia di scalare un altro piano del Tartaro o di approfondire il legame con qualcuno non vi lascerà mai e vi ritroverete in un vortice che vi risucchierà e che non vi lascerà andare per la novantina di ore necessarie completare l’esperienza.
Persona 3 Reload farà la gioia dei neofiti che si troveranno davanti ad un gioco che li rapirà e instillerà in loro la sete di conoscenza verso le altre iterazioni della serie. Gli amanti del quinto capitolo si sentiranno invece a casa, visti i tanti punti in comune tra le due produzioni.
Infine i veterani che hanno giocato qualsiasi versione possibile del terzo capitolo di Persona potranno goderselo nella sua edizione più fresca, snella e ricca di migliorie a livello di trama e gameplay, sebbene l’assenza della protagonista femminile e di The Answer lascino un po’ l’amaro in bocca, sperando che non vegano riproposti in futuro in un eventuale Persona 3 Reload FES venduto a prezzo pieno.
Ci sarebbe ancora tanto da dire, perchè il gioco che abbiamo davanti è un’opera sconfinata, stracolma di elementi tutti da scoprire e probabilmente uno dei migliori JRPG mai concepiti. Ma ora tocca a voi.
Non perdete altro tempo e prendete il vostro treno per Tatsumi Port Island, non dimenticando a casa il vostro Evocatore, la pistola da puntarsi alla testa per evocare il vostro Persona.
La notte si sa, può essere pericolosa, e le Ombre vi aspettano. Anche su Game Pass, quindi nessuna scusa sarà accettata.