Sony Interactive Entertainment è stata tirata in giudizio per il suo veto sul permettere la vendita di giochi in digitale al di fuori del PlayStation Store, dove solitamente si trovano prezzi dei videogiochi e di servizi altamente competittivi. Al momento, il colosso giapponese sta affrontando una causa presso il U.S. Discrict Court nel Northerm District della California.
Ciò è dovuto a un veto che Sony pose due anni fa sui retailer, i quali non sarebbero più stati in grado di vendere codici digitali per PlayStation. Aziende come Amazon o Gamestop, dunque, non avrebbero più potuto vendere codici digitali, permettendo a Sony di monpolizzare il mercato.
Ciò si è tradotto nell’unico scenario possibile, ossia con Sony che effettivamente vendeva i propri giochi a un prezzo di gran lunga superiore alla media. Essendo però gli unici a offrire questa possibilità, i giocatori, dunque, avrebbero potuto acquistare i propri giochi solo dal PlayStation Store, ma a un prezzo decisamente più alto rispetto a quello che si avrebbe con una concorrenza più agguerrita.
Secondo Bloomberg, i querelanti ritengono questo comportamento fortemente scorretto. La denuncia, infatti, recita: “Il monopolio di Sony permette loro di applicare prezzi super competitivi per i giochi digitali PlayStation, i quali risultano essere più alti delle loro controparti fisiche vendute al dettaglio, e significativamente più alti di quanto sarebbero in un mercato retail per giochi digitali più competitivo”.
Al momento della stesura dell’articolo, Sony Interactive Entertainment non ha ancora risposto all’accusa. E voi, cosa ne pensate? Credete che Sony abbia effettivamente approfittato della sua posizione, monopolizzando di fatto una fascia di mercato? Ditecelo nei commenti come sempre.
Fonte: Bloomberg