Psycho-Pass: Mandatory Happiness – la recensione

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Un gameplay improntato sulle scelte

Il titolo mi ha messo in testa domande tipo: “cos’è la felicità e qual è il modo migliore per rendere le persone felici?” Mentre giocavo mi sono interrogato più volte su cosa sia giusto o sbagliato, sulla linea sottile che separa il bene dal male. Oltretutto Psycho-Pass: Mandatory Happiness si dimostra una visual novel dalla trama adulta anche per i temi trattati, quali la depressione, l’infedeltà, l’importanza di essere genitori e altro ancora. Nella storia si può giocare nei panni dell’Ispettore Nadeshiko Kugatachi, una donna iper logica che soffre di amnesia, o dell’Esecutore Takuma Tsurugi, più irriverente e istintivo. In quanto visual novel, il gameplay in sé è relegato a poche decine di scelte (e a un mini gioco opzionale); la maggior parte del titolo si trascorre semplicemente a leggere e a guardare la storia attraverso sprite leggermente animati, doppiati dal cast della serie animata.

Questa visual novel è senz’altro all’altezza di tutto ciò che abbiamo visto finora su Psycho-Pass.

Le scelte, di solito, compaiono nel gioco ogni volta che ci si avvicina al climax dei quattro capitoli presenti: si può decidere dove andare, quale approccio adottare durante un interrogatorio o come gestire un’improvvisa crisi. Sebbene tali scelte raramente sfocino in una morte, la maggior parte portano il giocatore più vicino a un personaggio o all’altro dell’anime, eventualmente sbloccando una scena speciale.

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RASSEGNA PANORAMICA
Voto
6
psycho-pass-mandatory-happiness-la-recensione<strong>PRO</strong> <BR> Trama interessante. <BR> Un prodotto stuzzicante per i fan. <BR> <strong>CONTRO</strong> <BR> Rigiocabilità minima. <BR> Tutto in inglese. <BR>