Ratchet and Clank: Rift Apart è finalmente uscito su PC, dopo oltre due anni di esclusività su PlayStation 5. La versione PC ha finalmente potuto mettere alla prova alcune delle dichiarazioni fatte da Insomniac Games all’epoca, quando affermò che l’SSD di PS5 era necessario per realizzare il gioco. Sebbene i risultati mostrati indichino altro, una cosa è stata dimostrata da Digital Foundry stessa: Rift Apart, sull’hard disk di PS4, non sarebbe mai stato possibile, mentre il discorso è leggermente diverso per Hard Disk più prestanti, probabilmente gli stessi suggeriti da Nixxes per le impostazioni minime.
Nell’analisi di Digital Foundry, quest’ultima ha tentato di replicare quanto più possibile l’hardware di PlayStation 4 Pro, usando come scheda video una AMD Raedon RX 570, accompagnati da 8GB di RAM (DDR4). Per replicarne al meglio le specifiche, è stato anche utilizzato un Hard Disk meccanico da 5.400rpm, ossia con una velocità paragonabile a quella della vecchia console Sony.
Il risultato mostrato non lascia spazio a dubbi. Una volta avviato il primo portale, il framerate del gioco crolla visibilmente, arrivando a segnare un framerate di 1-2fps, anche con impostazioni al minimo e risoluzione 720p. Il gioco può addirittura arrivare a un crash. La situazione migliora sensibilmente con un Hard Disk da 7.200rpm, sensibilmente più veloce di quello usato su PlayStation 4, a patto però di avere hardware all’altezza.
John Linneman ha infatti eseguito il gioco su un Intel i9 12900K e 64GB di RAM, un hardware capace di allegerire non poco il compito che altrimenti spetterebbe all’Hard Disk. Lo stesso test è stato effettuato da Game Riot su RTX 4090, sfruttando i vantaggi del Direct Storage di Windows e l’enorme quantitativo di VRAM della flagship di NVIDIA, ben 24GB. In entrambi i casi, comunque, il gioco è effettivamente giocabilissimo, con l’unica differenza data dalla maggior durata dei portali, però bisogna avere un hardware di fascia alta che possa di fatto fare il lavoro che, altrimenti, farebbe un SSD.
Tornando su configurazioni da impostazioni minime o comunque più umane, infatti, l’SSD diventa fondamentalmente necessario. Una sequenza dell’analisi mostra infatti il PC di Rich Leadbetter faticare molto anche con un vecchio SSD Sata 2, arrivando a stutterare durante i portali. Le differenze tra SSD NVME PCIe 3.0 e PCIe 4.0 sono, invece, praticamente nulle.
Fonte: Digital Foundry