Ritorno al futuro (Back to the Future), il capostipite dell’ononima trilogia che ha appassionato milioni di amanti del cinema, compie oggi 35 anni! Lo storico film, diretto da Robert Zemeckis (autore anche di Forrest Gump, con cui ha vinto l’Oscar nel 1995) e intepretato da Michael J. Fox e Christopher Lloyd, fu infatti distributo nelle sale americane il 3 luglio 1985, diventando sin da subito il cult di un’intera generazione.
Questo fu possibile grazie a un mix di intuizione, nostalgia, un cast stellare e una colonna sonora pazzesca. La gestazione di Ritorno al futuro parte sin dal 1980, grazie al produttore Bob Gale, il quale ha lavorato come sceneggiatore per Marvel Comics e DC Comics. Gale decise dunque di scrivere uno script che avrebbe rivoluzionato il concetto di fantascienza.
La produzione del film non fu senza intoppi: la sceneggiatura venne infatti rifiutata più volte. Tra i rifiuti, spicca senza dubbio quello di Disney, il quale negò categoricamente di accostare il proprio nome a un film dove viene praticato sostanzialmente… un incesto.
Effettivamente Disney non si sentiva pronta a portare un argomento tabù così scottante al pubblico, il rischio di scatenare sdegno sarebbe stato troppo elevato e decise dunque di lavarsene le mani. Mani che, immagino, siano state mangiate dai dirigenti Disney dopo l’uscita del film.
Il film vide anche un cambio di cast, inizialmente infatti al posto di Michael J. Fox era stato scritturato Eric Stoltz, noto per aver interpretato Lance in Pulp Fiction. L’attore avrebbe dunque accompagnato Lloyd, il quale interpretava il folle Doc Emmett Brown.
A quanto pare, però, Stoltz fu licenziato dopo sole sei settimane poiché mancava del guizzo umoristico che il regista cercava per McFly. L’attore aveva la stoffa per il ruolo, affermò Zemeckis, però mancava dell’ironia necessaria per interpretare il personaggio.
Il testimone passò dunque a Michael J. Fox, il quale si dimostrò sin da subito perfetto. L’attore si calò in maniera egregia nella parte, tanto che si era praticamente cucito addosso il personaggio. Fox aveva infatti la caratteristica principale di Marty: l’umorismo e la spensieratezza tipica di un adolescente.
Il film era poi caratterizzato da un attenzione per le linee temporali praticamente perfetta, facendo vivere – o anche rivivere – allo spettatore epoche mai vissute. Facendo così, creò il giusto mix di nostalgia e, al tempo stesso, malinconia che incredibilmente calzano a pennello in un’opera dal plot narrativo così fantascientifico.
Una formula perfetta, che riusciva a coinvolgere sia i più giovani, i quali potevano vedere la nascita del rock and roll e dei mitici anni 50, sia i più grandi, i quali si ritrovavano sommersi di ricordi riguardanti un periodo che non sarebbe più tornato… o almeno così pensavano. Con Ritorno al futuro, dopotutto, non erano solo Marty e Doc a tornare nel 1955, ma anche lo spettatore.
Con un potenziale del genere, i risultati non potevano che arrivare. Una volta uscito, infatti, Ritorno al futuro sbancò al botteghino. Il film solo negli Stati Uniti incassò una cifra di oltre 210 milioni di dollari, diventando il film di maggior successo dell’anno.
La maestosa opera di Zemeckis divenne un vero e proprio fenomeno culturale, grazie anche all’iconica colonna sonora, tra cui spiccano i due brani di Alan Silvestri, e soprattutto alla mitica DeLorean DMC-12, l’auto usata nel film per viaggiare nel tempo.
Proprio riguardo la DeLorean, esiste un curioso aneddoto sulla scelta della macchina del tempo. Inizialmente infatti era previsto l’uso di un frigorifero, il quale nel film sarebbe stato alimentato con l’esplosione di una bomba atomica nei pressi del deserto del Nevada. L’idea venne poi abortita poiché si temevano eventuali imitazioni da parte dei ragazzini, i quali si sarebbero rinchiusi nei frigoriferi di casa. Scelta decisamente vincente, visto quanto iconico è diventato il veicolo.
A testimoniare la perfetta riuscita di quest’opera, è il modo in cui essa è invecchiata. A distanza di anni infatti, questa pietra miliare della storia del cinema continua a risultare perfettamente moderno, appassionando sempre più generazioni. E quale occasione migliore per ritornare nel 1955 se non in occasione del 35° anniversario del film?