Giunge al termine dopo 118 giorni, quasi 4 mesi, lo sciopero di attori e comparse che aveva paralizzato le produzioni cinematografiche e televisive statunitensi. La sigla SAG-AFTRA e le major hanno firmato un Tentative Deal (un accordo preliminare) che avrà validità di tre anni e che ha finalmente convinto i rappresentanti di categoria a mettere giù i cartelli e riprendere il posto sul set. La stessa situazione si era presentata a fine settembre quando un deal venne proposto a WGA portando al termine dello sciopero degli sceneggiatori.
Sciopero degli attori del 2023: un evento di portata storica
Secondo la ricostruzione offerta da Deadline sulle sue pagine – dove vengono ripercorsi gli ultimi aggiornamenti minuto per minuto della vicenda – i ‘118 giorni di Hollywood” sono costati alla sola economia della California del sud qualcosa come 6,5 miliardi di dollari e messo a rischio oltre 45.000 posti di lavoro nel mondo dell’intrattenimento.
L’importanza dell’evento e delle sue recenti evoluzione è testimoniato dal calibro di personalità che hanno deciso di partecipare alle negoziazioni. I 17 membri di SAG-AFTRA incaricati di rappresentare le istanze degli artisti lo hanno fatto davanti ai membri della Alliance of Motion Picture and Television Producers, allo stesso tavolo si sono seduti anche (in ordine sparso) Ted Sarandos di Netflix, Bob Iger di Disney, David Zaslav di Warner/Discovery e Donna Langley di NBC/Universal.
Subito al lavoro
La sigla sindacale ha spinto perché lo sciopero degli attori giungesse al termine mentre ancora la ratifica ufficiale dell’accordo era in corso. L’obiettivo è quello di rimettere in moto la macchina produttiva già questa settimana. Tanti i progetti da dover rimettere in carreggiata: dai kolossal ai piccoli sceneggiati televisivi sono almeno 160.000 gli attori che avevano smesso di lavorare.