Dite addio ai problemi di connessione! Se non siete raggiunti dalla fibra ottica e la linea ADSL fa schifo, presto potrete dire addio a tutte le imprecazioni che avete lanciato per anni. Infatti in Italia sta per arrivare SpaceX Starlink, il provider internet basato su tecnologia satellitare creato da Elon Musk.
Ma di cosa si tratta? A differenza dei normali sistemi di comunicazione, non sfrutta né cavi, né la rete cellulare. Il sistema è basato su una speciale parabola satellitare in grado di ricevere e trasmettere i segnali. Ciò che però contraddistingue SpaceX Starlink rispetto ad altri sistemi satellitari è la posizione dei satelliti di comunicazione che avranno un’orbita fino a 60 volte più bassa.
Satellite più vicino alla terra significa anche un segnale più potente e con meno disturbi. Questo si traduce in minor latenza e maggiori velocità di download e upload.
Il servizio entrerà presto in funzione in fase Beta nel Regno Unito, Canada e USA. Ma dal sito ufficiale sembra che sia possibile richiedere il servizio anche in Italia.
Vi avvertiamo però che i costi, almeno in questa fase iniziale, sono tutt’altro che accessibili. Infatti la cifra da sborsare per partecipare alla fase Beta è piuttosto cospicua. È presente una quota di prenotazione iniziale di 99$, alla quale andranno aggiunti altri 499$ (+60$ di spese di spedizione) per il kit composto da antenna, ricevitore e router wi-fi. Infine una volta attivato il servizio, l’abbonamento da pagare sarà di 99$/mese.
L’impresa di Elon Musk però va ben oltre quella di far arrivare una connessione internet in qualsiasi parte del mondo. Lo scopo finale è quello di rendere remunerativo il progetto.
“SpaceX deve superare l’abisso dei conti in negativo nel corso del prossimo anno o giù di lì per rendere Starlink finanziariamente sostenibile“, ha spiegato Elon Musk. “Ogni nuova costellazione di satelliti realizzata nella storia ha fatto bancarotta. Noi ci auguriamo di essere i primi a non farla“.
Come sappiamo la corsa allo spazio di SpaceX è costellata da una spasmodica fase di ricerca e sviluppo, che in questo campo come sappiamo è ricca di quelli che all’apparenza sono dei fallimenti. La ricerca sui razzi Falcon 9 è durata ben 15 anni, conclusasi con i primi razzi in grado di rientrare dall’orbita terrestre e atterrare per poi essere riutilizzati. Più recente è stata invece la volta della navicella Spaceship SN9, erede dello Shuttle della NASA. In questo caso l’ultimo test è stato positivo in tutte le fasi del volo e del rientro, ma ha fallito l’atterraggio.