Continua la corsa allo spazio di Elon Musk. Il pomeriggio di ieri è stato l’occasione per un nuovo test di lancio, stavolta è toccato alla navicella SpaceX Starship SN9 spiccare il volo e poi tornare a terra. Peccato che l’atterraggio non è andato proprio nel migliore dei modi.
Quello di ieri pomeriggio è stato il nono tentativo fatto da SpaceX nel far decollare una navicella, farle percorrere un breve tragitto in volo e poi farla atterrare senza danni. Lo scopo è riuscire in futuro a realizzare navicelle economiche in grado di abbattere i costi delle missioni spaziali con dispositivi riutilizzabili più e più volte.
La navicella Starship dovrà anche essere in grado di trasportare anche esseri umani, e fungere da navetta verso la Stazione Spaziale Internazionale e per rendere possibile il turismo spaziale.
Le aspettative seppur alte sulla Starship SN9, non prevedevano un successo totale e assicurato. Come si nota facilmente dalle immagini la navicella ha un aspetto decisamente grezzo, non è stata neppure verniciata e di fianco era accompagnata dalla Starship SN10 già pronta per il prossimo tentativo.
La navicella SpaceX Starship SN9 e le altre della stessa famiglia sono alte circa 50 metri, con un peso di circa 100 tonnellate a secco (ovvero senza carburante a bordo). Sono alimentate da una miscela di metano e ossigeno.
La missione è partita dallo Space Pad Boca Chica in Texas. Lo scopo era quello di far decollare la navicella, farle percorrere 12,5Km in volo e poi farla riatterrare sana e salva. Precisiamo che a bordo non era presente nessun essere umano o altro essere vivente, e che SpaceX fosse consapevole del fatto che la fase di rientro sarebbe potuta andare male. Infatti è già pronto un altra navicella di riserva.
Si potrebbe arrivare a dire che la missione sia stata quasi un successo. Quasi tutte le fasi del piano di volo della Starship SN9 infatti sono state rispettate. Decollo, volo, inversione di rotta e assestamento e fase iniziale del rientro sono andate bene, e solo negli ultimi secondi c’è stato un intoppo.
Al momento di atterrare dolcemente, la navicella si è schiantata al suolo facendo esplodere il carburante residuo che aveva al suo interno. A causare lo schianto è stata la mancata accensione di uno dei due motori che avrebbe dovuto consentire l’atterraggio in verticale.
Un disastro totale? Nulla a fatto, anzi è possibile definirlo quasi un successo. Già la missione SN8 aveva dimostrato per la prima volta come fosse possibile fare un rientro controllato nell’atmosfera terrestre. I test sono fatti per fallire e per scovare ogni possibile problema, affinché non accadano quando ci saranno degli operatori umani a bordo. E la navicella SN10 è già pronta per il prossimo test, mentre la navicella SN11 è nelle fasi finali di assemblaggio.
In passato col razzo Falcon 9 abbiamo visto numerosissimi test falliti, prima di vedere i razzi atterrare perfettamente sulle piattaforme designate. Non ci resta quindi che augurare buona fortuna alla Starship SN10.