Square Enix: non investirà in NFT e criptovalute, ma nella produzione di giochi

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La notizia che Square Enix abbia deciso di rinunciare agli studi sparsi in occidente e buona parte delle sue IP – cedute a Embracer Group – per 300 milioni di dollari ha rappresentato un piccolo terremoto nell’ambiente. La notizia ha fatto parecchio discutere arrivando a stimolare diverse ipotesi. La più gettonata, supportata da insider e analisti, è un prossimo abbraccio da parte di Sony che potrebbe accogliere Square Enix sotto l’ombrello dei PlayStation Studios.

All’alba dell’operazione commerciale, però, c’é stata un’altra teoria che si é fatta largo nella mente degli esperti. E se Square Enix avesse deciso di investire il ricavato in Criptovalute e NFT? Anche altre compagnie hanno già fatto lo stesso. Tra quelle che ci vengono in mente: Konami, Electronic Arts, Ubisoft. La lista é lunga. In fondo, riporta Kotaku, già ad inizio anno era questa l’aria che si respirava tra le pareti di Square Enix. Dopo avere incassato 300 milioni, l’azienda si é trovata in mano con un bel gruzzolo da spendere.

A distanza di alcuni mesi, sempre Kotaku é tornata sull’argomento ma stavolta per smentire l’ipotesi. Anzi, a dire il vero, a smentire tutto sarebbe stata Square Enix stessa con un comunicato riportato su twitter da Stephen Totilo (Axios). Nell’estratto possiamo leggere una dichiarazione di intenti da parte di Square Enix. L’azienda avrebbe dichiarato di essere intenzionata a investire il denaro recentemente incassato in ciò che le compete: i videogiochi. Coltivare IP robuste e fondare nuovi studi per raggiungere quest’obiettivo sarebbero i nuovi dettami che l’azienda s’é imposta.

Certo, l’interesse per ciò che concerne NFT, Criptovalute e tecnologie Blockchain rimane (come é possibile leggere nel tweet) ma tutto viene spostato in secondo piano rispetto ad altri punti fondamentali. L’idea é quella di distribuire e allocare meglio le risorse a disposizione dell’azienda e una riorganizzazione migliore degli studi in patria e di quelli rimasti all’estero con un maggior potere di controllo nelle mani del centro nevralgico a Tokyo. Ciò che concerne la blockchain arriva solo al terzo punto, tra l’altro citata in mezzo ad altri possibili sbocchi di investimento.

Insomma, una parte di noi può dirsi sollevata dalla notizia.

Fonte: Kotaku