Star Wars: Carrie Fisher ottiene il posto sulla Walk of Fame. Gli omaggi di sua figlia Billie e di Mark Hamill

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Carrie Fisher, l’iconica attrice interprete di Leia Organa scomparsa tragicamente nel 2016, è stata finalmente inserita sulla Walk of Fame di Hollywood. L’evento è avvenuto il 4 maggio 2023, in occasione della ricorrenza nota come lo Star Wars Day, che per quest’anno è stata battezzata da Mark Hamill come il Carrie Fisher Day.

Durante la cerimonia sono stati presenti sia Mark Hamill, interprete di Luke, sia la figlia di Carrie, Billie Lourd. Entrambi hanno commemorato la figura dell’attrice scomparsa, definendola un’icona. Hamill ha inoltre raccontato qualche aneddoto del dietro le quinte di Star Wars Episodio IV e del suo primo incontro con Carrie, quando quest’ultima era appena diciannovenne.

“Ricordo che pensavo ‘ha 19 anni, è appena uscita dalle scuole’ – ero un ventiquattrenne, e ogni mia aspettativa era stata spazzata via. Era così affascinante, divertente, adorabile e saggia. Era incredibile… e brutalmente franca! Ha iniziato a raccontarmi storie, anche particolarmente intime, riguardo la sua famiglia”.

“Io mi chiedevo ‘dovrei ascoltarla?’, sono cose che solitamente non direi a un amico, a meno che non lo conosca da anni, ma questa era Carrie. Aveva inoltre una capacità di giudizio che non ti aspetteresti mai da una ragazza di appena 19 anni”. Nel ricordare l’attrice, Mark Hamill ha dovuto fare un brutto tuffo nel passato, quando in occasione della morte di Carrie Fisher pubblicò un post. L’attore ha riletto parte di quel post durante la cerimonia.

“Come la maggior parte dei bambini, sono cresciuta con l’idea che mia madre fosse un po’… no okay, molto imbarazzante. Provò ad alterare la mia opinione mostrandomi questo ‘film figo’ dove lei recitava, Star Wars. Non so se voi ne abbiate mai sentito parlare, perché io non lo conoscevo”, ha aggiunto Billie Lourd con un tono scherzoso, tipico di quello che ti aspetteresti da una figlia che ricorda sua madre. “Lei solitamente amava raccontarmi la storia di come lei, ogni volta, tentasse di mettere quel film e io, con un po’ di stizza, dicevo “è troppo alto” oppure chiedevo ‘quella ragazza sullo schermo sei tu?’.

“È stato solo con l’adolescenza che decisi di guardare il film di mia spontanea volontà. Non perché avessi sviluppato un improvviso interesse per gli sci-fi anni ’70, ma perché i ragazzi iniziarono a raccontarmi di come ‘fantasticavano’ su mia madre. Dunque, andai a casa e investigai chi fosse questa persona di cui loro parlavano. Ho finalmente deciso di guardare quel film che consideravo sempre troppo rumoroso, e ho finalmente scoperto perché c’era tutta questa adorazione sulla donna in TV”.

“Io volevo odiarlo così potevo dirle quanto era stata pessima nel ruolo. Come ogni bambino, non volevo che mia madre fosse affascinante oppure cool. Era la mia mamma! Ma quel giorno, davanti allo schermo, realizzai che nessuno è o sarà mai cool e affascinante come lo è stata la Principessa Leia”, ha aggiunto Billie Lourd.

Poco dopo, sempre in quell’anno, la ragazza andò con sua madre Carrie al Comic-Con di San Diego, e solo lì realizzò quanto fosse diffuso l’amore per il personaggio di Leia. “Quel giorno ho realizzato che Leia è più di un semplice personaggio, è un sentimento. Lei è forza, è grazia, è arguzia. È femminilità pura. Lei sa cosa vuole e se la prende. Non ha bisogno di nessuno per essere salvata perché lei si salva da sola, e addirittura arriva a salvare i soccorritori. E nessuno avrebbe potuto interpretarla come mia madre”.

Gli onori sono andati oltre il solo ruolo di Leia, poi ripreso dalla stessa Billie Lourd in Star Wars Episodio 9. “Lei [Carrie Fisher] era un’attrice incredibile che infuse la sua arguzia e forza in tutti i personaggi che interpretò. Dal suo primo ruolo, a soli 16 anni, in Shampoo, passando per il suo ultimo ruolo in Catastrophe. Lei era capace di cantare, danzare, agire, ed era anche una scrittrice assolutamente geniale. Dai suoi testi su Twitter alle note che mi scriveva per andare fuori dalla scuola, passando per i suoi copioni e i suoi sette libri che scrisse. Non ho mai conosciuto qualcuno più arguto”.

Fonte: Walk of Fame