Spensieratezza
Adesso che il gioco non è più una questione di vita o di morte, gli animi sono sicuramente più rilassati. La sensazione generale è quella di un gioco finalmente pacato ed è quindi ovvio che Kirito e amici finiscano ben presto per divertirsi un mondo. Non vogliamo anticiparvi troppo, ma basteranno però poche ore per notare che anche qui c’è qualcosa che non va. I protagonisti stanno infatti partecipando a una Beta di Origin, ma c’è un bug in particolare che li preoccupa; una ragazzina “vuota”, senza personalità, senza memorie e senza alcuna statistica vaga per l’HUB centrale del gioco elargendo missioni inutili e senza scopo a ogni utente che le capita a tiro. Una vera “pecora nera” di questa versione di prova, a rischio di essere rimossa dal sistema da un momento all’altro.
Cosa tira cosa, e i baldi giovani finiranno per prendere in simpatia questo strano personaggio; personaggio che, inutile dirlo, nasconde ben più di quanto l’occhio dà a vedere. Trama e dialoghi, bene o male, sono piuttosto in linea con quanto visto nell’opera originale; parliamo quindi di una sceneggiatura lenta ma sfaccettata, raccontata purtroppo attraverso immagini statiche che possono stancare facilmente, ma stracolmo di possibilità relazionali che si trasformano ben presto in vere e proprie missioni secondarie.
Possiamo infatti instaurare rapporti con qualunque NPC popoli Origin, incrementare i legami con loro e appendere momentaneamente la spada al chiodo per lanciarci in una vera e propria simulazione d’appuntamento. Potremo portare la nostra fidanzata sul lungomare, in braccio o mano nella mano, chiacchierare del più e del meno e persino scegliere come rispondere alle sue domande. Strano a dirsi, ma queste sono forse le fasi più profonde del gioco intero, con il giocatore che si trova costretto a vagliare attentamente tempistiche, scelte e possibili conseguenze. Del resto, rubare un bacio a una bella fanciulla, così come nella realtà, può tradursi facilmente in due di picche. Qui almeno non si rischia la galera, ed è già un buon inizio.
parliamo quindi di una sceneggiatura lenta ma sfaccettata, raccontata purtroppo attraverso immagini statiche che possono stancare facilmente.