Non è un buon periodo per il mercato videoludico. Costi sempre più esorbitanti per la produzione dei videogiochi, una gestione del marketing non sempre all’altezza e aspettative/presa di coscienza del pubblico hanno creato grossi grattacapi all’industria. Complice anche una decisa spinta agli investimenti avvenuta durante la pandemia, ci si ritrova adesso a fare i conti con la realtà, da cui nemmeno il colosso Take-Two può scappare. Sono stati avviati infatti i primi licenziamenti e la cancellazione di progetti già avviati o in via di definizione.
Anche Take-Two segue lo spiacevole trend dei licenziamenti
Take-Two ha infatti deciso di rimuovere il 5% della sua forza lavoro che tradotto vuol dire 576 dipendenti oltre, come detto, la cancellazione di diversi progetti, con l’obiettivo di riorganizzare l’intera struttura societaria. Questa situazione è avvenuta in seguito alla dichiarazione del CEO di Take-Two, Strauss Zelnick, avvenuta a febbraio, su una necessaria riduzione dei costi della società, annunciando però di non aver alcun piano su possibili licenziamenti. La realtà evidentemente è stata un’altra.
Il “risparmio” per la società dovrebbe aggirarsi tra i 160 e il 200 milioni di dollari, situazione che dovrebbe aiutare a rientrare della spesa effettuata nel frattempo per l’acquisizione di Gearbox da parte di Embracer, con un nuovo Borderlands in cantiere.
Con un GTA 6 che stravolgerà il mercato e un “periodo di crescita” annunciato dalla stessa Take-Two, questa notizia non ha lasciato indifferenti gli addetti ai lavori: se nemmeno un colosso come Take-Two può scampare alla cosiddetta “riduzione dei costi”, evidentemente la situazione è molto grave. Del resto anche gli investimenti sbagliati o tardivi possono compromettere la salute si una società e in questo caso, la fusione con Zynga avvenuta nel 2022 non ha dato gli esiti sperati.
Fonte: IGN