Il film ispirato alla saga di Metal Gear Solid è ormai una di quelle chimere irraggiungibili che cerchiamo di afferrare da anni – anzi, decenni – solo per poi vedercelo strappar via all’ultimo momento.
Già sappiamo che non sarà Hideo Kojima, papà della serie, a occuparsene. In realtà, per anni non è stato neanche chiaro se qualcuno se ne sarebbe occupato in generale ma, ora che abbiamo un nome, proviamo a scavare più a fondo.
Dietro la macchina da presa, fin dal 2014, c’è infatti Jordan Vogt-Roberts. Non solo è stato il regista del recente Kong: Skull Island ma è anche un enorme appassionato della saga videoludica in questione, tant’è vero che giura di aver fatto i salti mortali per riuscire a mettere le mani sul riadattamento cinematografico.
Che sia lui il primo regista di cui possiamo realmente fidarci, quindi? Soprattutto considerando la fine che generalmente fanno tutti i film ispirati a videogiochi?
“Ho telefonato i miei agenti e ho spiegato loro quanto fosse importante per me questo ruolo”, ha infatti raccontato, durante una recente intervista.
“Io amo Metal Gear, amo i suoi personaggi, amo la sua atmosfera, amo il suo significato e, ora come ora, non c’è niente che mi interessi di più che fare un film su di lui”.
“Ho passato tre mesi della mia vita a scrivere un libro che parlasse della mia visione su un eventuale film di Metal Gear, su quali sono gli errori più comuni dei film ispirati ai videogiochi e su come avrei fatto io a evitarli“.
“Ecco quanto è realmente importante per me e, anche se non fossi stato assunto, mi sarebbe bastato anche dare una piccola mano. Ho mostrato il libro a chi di dovere e, pian piano, mi sono fatto strada fino ai piani alti. Ed è proprio così che ho ottenuto il ruolo di regista”.
“Poi ho iniziato a mettere alla prova i possibili sceneggiatori. Li portavo a casa mia e, lì, facevo provar loro il primo Metal Gear Solid, così da mettere in chiaro quale fosse l’idea di stealth per cui è tanto famoso”.
“Essendo un gioco datato, anche chi non è avvezzo ai videogiochi poteva goderne senza troppi problemi. Pian piano siamo passati anche agli altri capitoli, fino al 5, così che potessero comprendere 30 anni di evoluzione a cosa hanno portato”.