Premesse
Il 15 novembre si avvicina e, in mancanza del canonico Assassin’s Creed, Ubisoft si prepara ad attaccare il mercato delle holiday 2016 con il secondo capitolo di quella che doveva essere una delle IP più importanti di casa. Il primo Watch Dogs, open world free roam con dinamiche di hacking uscito nel 2014, non ha riscosso il successo sperato e si è ritrovato vittima di un hype immenso accolto da una critica per nulla entusiasta. Oggi i ragazzi di Montreal ci riprovano partendo dalla prima grande differenza di questo sequel: se il primo capitolo è stato un free roam con l’hacking, Watch Dogs 2 è invece sull’hacking.
Parafrasando l’intro di una delle missioni principali, Ubisoft si è resa conto di aver realizzato un gioco senza realmente tenere in considerazione l’eco sistema cyber-underground della generazione attuale ed è finita vittima della superficialità e del l’ignoranza con cui ha trattato l’argomento.
Adesso, con qualche feedback e alcune puntate di Mr. Robot alle spalle, è pronta a regalarci un gioco dallo stile completamente rinnovato e decisamente più fedele alla filosofia dell’hacker, con tanto di terminologia e dinamiche aggiornate.
se il primo capitolo è stato un free roam con l’hacking, Watch Dogs 2 è invece sull’hacking
Ci sono delle premesse però da fare, essenziali per capire sin da subito quanto si potrà apprezzare Watch Dogs 2.
La prima è che per quanto lo si possa paragonare a “GTA con l’hacking” siamo in realtà lontani anni luce, per profondità del mondo di gioco, quantità di cose da fare e milioni di altri motivi. In fin dei conti non vuole nemmeno esserlo: accettatelo, e forse potrete godervi gli aspetti caratteristici del gioco; se invece sperate di trovare un sostituto del titolo Rockstar, fareste meglio ad aspettare GTA VI.
La seconda premessa è che i personaggi del gioco sono dei veri hacker ma il protagonista Marcus lancia bombe, spara con mitra e fucili da cecchino e guida Harley Davidson in impennata, oltre ad essere un genio dei computer. La cosa è estremamente inverosimile, anche se essendo cresciuto ad Oakland sono piuttosto le sue competenze al PC ad essere rare piuttosto che la sua dimestichezza con l’ambiente di strada.
Il resto del gruppo, tutto sommato, ha per ognuno delle peculiarità e nonostante alcune esagerazioni risulta accettabile.
Con queste premesse in mente e con la consapevolezza che non siamo di fronte ad una simulazione di vita reale possiamo finalmente goderci tutto il mondo di Watch Dogs 2.