World of Warcraft: no a IA generativa, ma via libera al machine learning

World of Warcraft IA Generativa Machine Learning 1

Mentre il mondo fa i conti con la regolamentazione dell’Intelligenza Artificiale, c’è chi ne fa uso da un po’ e c’è chi non vede l’ora di metterla in campo anche nel mondo videoludico. Del resto ne abbiamo avuto già qualche esempio, da l’uso in-game con GT Sophy in Gran Turismo 7 a scelte quasi drastiche come quella avvenuta in Electronic Arts, che punterà dritto su questa tecnologia soprattutto a fini remunerativi.
Ma c’è anche chi va in controtendenza, evitando di usare un’IA generativa nei propri titoli preferendo un semplice “machine learning, come Blizzard e il suo World of Warcraft.

World of Warcraft in controtendenza nell’uso dell’IA generativa

Questa scelta è stata raccontata da John Hight, il franchise director, che ha puntato i fari sul come questa tecnologia venga più impiegata nelle fasi di sviluppo di contorno, come ad esempio l’adattare le armature alle diverse specie e particolarità dei personaggi all’interno del gioco. Questo processo infatti era praticamente eseguito ‘a mano‘, con gli artisti che dovevano scalare e deformare i vari elementi al fine di adattarli alle diverse corporature maschili e femminili, nonché a parti anatomiche meno consone come corna. Un lavoro tedioso insomma, ma ora decisamente più snello grazie al machine learning che ha permesso non solo di velocizzare il lavoro ma soprattutto di destinare il tempo guadagnato alla realizzazione di nuove armature e altri oggetti.

Tuttavia, per quanto riguarda l’uso dell’IA generativa in World of Warcraft, le cose si fanno decisamente più complesse. John Hight ha infatti tenuto a precisare che questa tecnologia non viene impiegata in alcun modo al processo creativo e artistico, cosa importante visto che si potrebbero realizzare contenuti senza alcuno sforzo. Per il franchise director l’immaginazione è ancora una parte fondamentale del processo creativo ma l’utilizzo dell’IA generativa comporta in realtà altri problemi. Gli sviluppatori e gli artisti al lavoro in questi campi, da quello videoludico a quello cinematografico, temono questa tecnologia, temono di essere sostituiti e di veder sminuito il proprio lavoro.

È per questo che si sta lavorando a una regolamentazione generale sull’uso dell’intelligenza artificiale, passo già intrapreso dall’Unione Europea. Forse però non abbiamo ancora visto le reali potenzialità di questa tecnologia e di come questa possa influenzare le nostre vite negli anni a venire. Di certo Blizzard sembra aver preso una scelta ben precisa ma tutto ciò si evolve in modo così rapido da rendere queste decisioni obsolete.

Fonte: IGN

FONTEIGN