Il successo, soprattutto in un universo così concorrenziale come quello di internet, è un risultato che va pagato a caro prezzo. Trovate un compromesso, passate del tempo con la vostra famiglia: questo il consiglio di uno streamer che, per inseguire la sua passione, è arrivato a un passo dal perdere la vita.
Lui è Joe Marino, più conosciuto su Twitch con il nickname di Geekodomo. Molto attivo sulla piattaforma un paio d’anni fa, ha dovuto poi auto-imporsi dei paletti. Lo spaventoso numero di streamer che stavano perdendo la vita a causa delle abitudini sedentarie l’ha spinto a ragionare e, così, evitare un’imminente tragedia.
“Molte volte, mi svegliavo e sentivo uno strano dolore allo sterno. Un dolore sopportabile, certo, ma spesso mi chiedevo: sicuri che sia normale? Dovrei farmi controllare?”, ha infatti raccontato, in un recente post.
“Ho iniziato a lavorare su Twitch nella primavera 2013. YouTube non mi piaceva, Twitch invece è grandioso, anche grazie ai feedback in tempo reale. Ho proseguito per quella strada full-time, quando mi hanno accettato la partnership”.
“Mi divertivo tantissimo, ma l’unico modo per crescere davvero era rimboccarsi le maniche. Dovevo passare minimo 8 ore al giorno, sei giorni a settimana, a streammare. I soldi e la fama iniziarono presto ad arrivare, ma Twitch non mi ha mai pubblicizzato in prima pagina. Questo mi ha spinto a lavorare sempre di più”.
“Le 8 ore comprendono solo quelle in live. Il resto della giornata la passavo al telefono con aziende del calibro di Steelseries, Lootcrate e G2a per far sì che mi facessero da sponsor”.
“Io vivo in una casa a due piani. Secondo voi, quand’è che camminavo un po’? Mai. Ho passato l’intero 2014 così, e il 2015 non è stato diverso”.
“Nel 2015, ho iniziato a lavorare 18 ore al giorno, ed è così che ho iniziato a sentire un contraccolpo sia fisico che psicologico. Difficile restare attivi e sorridenti, con questi ritmi. Le persone non vogliono vedere facce imbronciate, bisogna intrattenerli, anche a costo di fingere”.
“Nell’inverno 2015, a malapena riuscivo a camminare per un paio di minuti di fila. Nuovamente, ignorai questo campanello d’allarme. Poi, il 12 aprile 2016, è successo questo”.
“Lo streamer Dalsarius82 fu trovato morto dalla moglie. Lui aveva 30 anni, io 40. Così, decisi di farmi controllare da un dottore. Pochi giorni dopo ero in ospedale, dove mi trovarono tre arterie bloccate. Di lì a poco, avrei potuto avere un infarto; lo stesso infarto che aveva stroncato Dalsarius”.
“Ero finalmente tornato alla realtà. Salutai mia moglie e i miei figli ed entrai in sala operatoria. Sei ore dopo mi sono svegliato, con un tubo nella gola e un pacemaker. Cos’era successo in realtà? Com’ero arrivato a questo? Ed è possibile che possa succedere anche a voi?”.
“La risposta era semplice: mi sono operato al cuore perché ho provato a sfondare su Twitch. Gli stream sono duri, devi stare lì seduto e non muoverti mai, con la paura che anche alzarsi e andare in bagno possa farti perdere ascolti. Gli spettatori, dopotutto, sono soldi, ma non tutti sono capaci di fingere abbastanza da tenerli perennemente incollati allo schermo”.
“Ho deciso di parlarne dopo che ho sentito che un altro streamer, Poshybrid, è morto dopo una live di 24 ore. Questo ragazzo aveva una moglie e 3 bambini”.
“Ora come ora, è probabile che io non arrivi neanche agli 80 anni. Se volete andare su Twitch, fatelo per divertirvi, ma non diventatene schiavi. Il problema, ovviamente, non è Twitch, ma il sistema. Il trucco è saper trovare il compromesso”.
“Camminate, fate qualunque altra cosa che non vi costringa a stare sempre seduti. Ora, ciò che più mi interessa è la mia famiglia e il mio nuovo hobby: la fotografia”.