Con l’approcciarsi del lancio di The Last of Us Part II, Jason Shreier è tornato su un retroscena di qualche tempo fa risalente allo sviluppo di Uncharted 4 da parte di Naughty Dog.
Come sappiamo nel settore dello sviluppo videoludico, ma non solo, il crunching sta diventando una vera e propria piaga lavorativa che coinvolge tantissimi studi in tutto il mondo.
Con l’avvicinarsi della data di lancio, le ore di straordinario crescono in maniera esponenziale e si arriva a lavorare anche oltre 12 ore al giorno, weekend compresi.
Shreier è tornato sull’argomento perchè un venerdì notte dello scorso mese negli uffici di Naughty Dog c’è stato un incidente che poteva risultare letale per alcuni sviluppatori. Erano passate le 21 quando un tubo di metallo è caduto durante dei lavori.
Da anni gli sviluppatori si domandano se ne vale la pena. Uno di loro raggiunto dal giornalista ha dichiarato: “Il gioco è davvero buono, ma a un enorme costo per le persone“.
Molti di coloro che hanno lavorato per lo studio lo definiscono contemporaneamente il miglior e peggior posto dove lavorare. Questo perchè consente agli sviluppatori di lavorare con i migliori del settore, ciò significa anche lavorare oltre 12 ore al giorno anche nei weekend, sacrificando salute, relazioni e vita privata sull’altare del gioco.
“Cercano di prendersi cura di te, fornendoti cibo e incoraggiamenti a prendere delle pause. Ma principalmente vuol dire finire il lavoro a tutti i costi“, ha spiegato uno degli sviluppatori.
Le conseguenze principali di questo approccio si sono viste nel 2016, al termine dei lavori di Uncharted 4 ben il 70% dei game designer lasciò Naughty Dog. Sono stati 14 designer su 20 a lasciare Naughty Dog, creando non pochi problemi per lo sviluppo di The Last of Us Part II.
“Questa non può essere una situazione che prosegue di volta in volta per ogni gioco, perchè è insostenibile. Ad un certo punto ti rendi conto che non puoi continuare a vivere così, inizi a invecchiare. Non puoi restare al lavoro tutta la notte“, ha spiegato un altro sviluppatore.
A scanso di equivoci, Jason Shreier per questo articolo ha intervistato anonimamente 13 sviluppatori che stanno attualmente lavorando a The Last of Us Part II. Le interviste sono anonime perchè nessuno di loro era autorizzato a parlare con la stampa. Ma le dichiarazioni sono state le stesse di altri sviluppatori intervistati precedentemente per il libro ‘Blood, Sweat, and Pixels‘ uscito nel 2017.
Fonte: Kotaku