Circa due mesi fa, lo studio legale Chimicles Schwartz Kriner & Donaldson-Smith (CSK&D) aveva lanciato una class-action contro Sony. Le motivazioni di questa class-action sono da ricercarsi nel problema del drifting di cui è affetto il controller di PlayStation 5, il DualSense.
Il drifting, per chi non lo sapesse, consiste in un problema che si presenta con gli stick analogici dopo un determinato periodo di tempo. Questo fa sì che, una volta messo nella posizione neutra, lo stick faccia comunque eseguire delle azioni su schermo senza nessun input da parte del giocatore.
Lo stesso studio legale aveva precedentemente avviato una simile causa contro Microsoft e Nintendo, sempre per lo stesso problema. Infatti, sotto il cappuccio di plastica è presente lo stesso identico hardware adottato dai controller Xbox One, Nintendo Switch e anche dal DualShock 4. Per tutti questi prodotti la componentistica utilizzata è prodotta da Alps ed è garantita per 2 milioni di utilizzi. Che però in un titolo come Call of Duty equivale a circa 400 ore di gioco.
Ora, l’accordo di licenza per il software di PlayStation 5 prevede una clausola di arbitrato che, se applicata, non permetterebbe ai consumatori di portare le proprie dispute in una corte tradizionale o in una class-action. Tuttavia, i possessori di PS5 possono rinunciare all’arbitrato mandando una lettera a Sony entro i primi 30 giorni dall’accensione della console.
Ed è proprio questo che hanno deciso di fare i clienti di CSK&D. Lo studio legale ha deciso di aggiornare il reclamo, dopo che sei dei loro clienti hanno “Deciso di esercitare il loro diritto evidenziato nei Termini e Condizioni di Sony di rinunciare all’arbitrato e di proseguire con le loro accuse in tribunale“. CSK&D spera di non ripetere quanto accaduto con Xbox e Nintendo, dove il caso era finito nell’arbitrato.
E voi che ne pensate? Avete riscontrato un simile problema con il DualSense di PlayStation 5 o altri controller? Ditecelo nei commenti!
Fonte: Videogameschronicle