Uno dei documenti è stato potato in rete dall’analista Derek Strickland. Si tratta, stando a una precisazione offerta da Florian Mueller, di una versione del documento che precede le dichiarazioni rese alla sbarra da Bobby Kotick. Ora, che il pensiero sia cambiato o meno non ci è dato saperlo. Sappiamo però che, almeno a un certo punto, Microsoft e Activision hanno condiviso l’idea che Call of Duty – e tutti i giochi Activision, come scritto nel documento – su Game Pass e Cloud potesse apportare dei benefici sia alle aziende che agli utenti.
Le carte, pesantemente redatte per evitare fughe di informazioni utilizzabili dalla concorrenza, lasciano intendere dunque che prima che Bobby Kotick esprimesse pubblicamente i suoi dubbi circa l’approdo dei giochi su Game Pass – e anche su cloud – l’idea comune alle due aziende fosse invece di senso opposto.
Sebbene il cloud, affermi Microsoft, sia una delle tecnologie sfruttate meno e peggio dagli utenti Xbox (che ne approfitterebbero giusto per non attendere i tempi di caricamento), il dominio di Microsoft in quel campo rappresenta il motivo principe della bocciatura alla’acquisizione arrivata da CMA in Gran Bretagna. Rispetto a Game Pass, invece, dichiarazioni interessanti sono arrivate da Sony. Jim Ryan avrebbe lasciato intendere di essere più preoccupato dai possibili risvolti derivanti dall’acquisizione di King. Questo non vuol dire che la prospettiva Call of Duty e compagnia cantante su Game Pass sia la più allettante. Al contrario, Sony ha chiesto esplicitamente a Microsoft di non mettere i giochi Activision in catalogo a meno che non fosse Sony a prevedere di proporre gli stessi titoli su Plus.
Apparently Activision identified "large financial benefits" from bringing its games to Game pass and cloud gaming services?
— Derek Strickland (@DeekeTweak) July 6, 2023
As @FOSSpatents notes this is a pre-hearing version so I'd imagine things may have changed following Kotick's testimony. pic.twitter.com/G2aKnULBjd