Non avevate ancora aperto un profilo sul social dei cinguettii e avevate intenzione di farlo a breve? Forse è il caso di pensarci ancora un momento. Elon Musk, il magnate sudafricano che ha acquistato la piattaforma per 44 miliardi di dollari nel 2022, ne ha infatti detta un’altra delle sue. I nuovi profili potrebbero dover versare una ‘tassa’ – non si sa quanto ingente/simbolica – nel caso in cui volessero interagire con altri. Che sia un modo per arginare anche i ‘guai’ in casa Tesla? Impossibile escluderlo del tutto. Di recente, l’azienda che produce le famose auto elettriche ha mandato a casa 13.000 dipendenti con una mail firmata da Musk.
Twitter sempre più ‘a pagamento’. Elon Musk: “non ho scelta”
Tutto nasce da una recente scoperta del profilo X Daily News, che monitora i cambiamenti interni spesso ‘ignoti’ al grande pubblico. Il profilo ha notato che in una nuova versione TOS pare aver fatto la sua comparsa ufficiale la menzione di un possibile pagamento per i nuovi profili. Una soluzione che, ricorda X Daily News, è stata adottata in via sperimentale in Nuova Zelanda e Filippine. Gli utenti di quei paesi che volessero aprire un nuovo profilo, sarebbero ‘obbligati’ a versare 1$ all’anno per postare.
Quasi immediata la replica di Elon Musk che dal suo profilo ufficiale spiega: “sfortunatamente, una piccola ‘tassa’ per permettere ai nuovi utenti di scrivere è l’unica strada per contenere l’assalto dei bot. Al momento, infatti, le IA e Bot Farm possono passare agevolmente i captcha di verifica”.
Dal momento del suo insediamento, Musk ha apportato diverse modifiche al social. Fin da principio, l’imprenditore ha associato i suoi cambiamenti all’intenzione originale di ‘liberare’ Twitter dal giogo dei profili fasulli. Un punto divenuto addirittura terreno di scontro con il precedente consiglio di amministrazione prima della cessione.
Oltre a una serie di misure ‘lacrime e sangue’ (con imponenti tagli al personale e agli investimenti), Elon Musk ha provato a rientrare di un investimento – andato a male – e dalla fuga di inserzionisti introducendo nuovi metodi per monetizzare sugli utenti. Il primo punto fu la modifica del piano Blue, reso obbligatorio per mantenere i privilegi da ‘Spunta blu’. Anche quella venne presentata come misura ‘anti-bot’ e ‘anti-spam’. Poi, man mano, le misure nuove e già note.
Sarà, ma da quando Twitter è diventato X io vedo molti più bot di prima.