A Genova corsi per genitori che hanno figli con dipendenza dai videogiochi

Two Boys Playing With Game Console

Viviamo in una società in cui il digitale è divenuto parte integrante di essa. I dispositivi elettronici, che siano smartphone, tablet o computer, vengono utilizzati da chiunque, persino dai bambini, che sin da piccoli sono attratti da luci e bottoni. Inutile dire che – come al solito – la colpa di questa “dipendenza” dal virtuale viene attribuita ai videogiochi.

Ecco perché presso il Sert di Quarto (in provincia di Genova) ai genitori è stata offerta la possibilità di partecipare a un corso che li aiuti a contrastare le abitudini dei loro figli, al fine di prevenire la loro incapacità di staccarsi dai videogame. L’iniziativa prevede un ciclo di quattro incontri che, se non altro, permettono agli adulti di avvicinarsi a tematiche interessanti: in questi gruppi di aiuto viene infatti spiegato, per esempio, cosa sono gli avatar, oppure come funzionano i giochi di ruolo, in modo tale da avvicinare due mondi (genitori e ragazzi) spesso troppo lontani.

La psicologa Cristiana Busso, che insieme all’educatrice Roberta Facchini ha organizzato il progetto, avrebbe spiegato a Repubblica: “Quando i ragazzi hanno una dipendenza spesso è già tardi per intervenire, bisogna giocare d’anticipo. Ci sono comportamenti diffusi, e socialmente accettati, che rappresentano l’inizio di un percorso da cui non si riesce più a tornare indietro.”

Come ben sappiamo, comunque, i videogame sono ormai “la pietra dello scandalo” e non poche volte vengono utilizzati come agnello sacrificale per non assumersi le proprie responsabilità. Con questo non vogliamo dire che una sorta di dipendenza dai videogiochi non esista, come in tutte le attività l’abuso è dannoso, ma spesso le motivazioni che portano all’isolamento sono ben altre.

FONTE: letteradonna.it