Invece che diminuire, i dubbi riguardanti l’acquisizione di Activision da parte di Microsoft sembrano solo aumentare. A distanza di oltre un anno della notizia che l’azienda di Redmond avesse stretto un accordo da 69 miliardi per portare in casa i publisher di Call of Duty, l’operazione è ancora al vaglio delle autorità antitrust di vari paesi. Tra questi, il Competition and Markets Authority britannico che, pur avendo rinviato la decisione definitiva al 26 aprile, ha pubblicato una serie di obiezioni e proposto alcune soluzioni per dare il via libera all’affare.
Tra i dubbi espressi, il CMA ravvisa il rischio che Microsoft possa imporsi ulteriormente nel settore del cloud gaming, aggiungendo anche alcune ingenuità relative sull’onerosità che graverebbe sui giocatori costretti a comprare “costose console”, in netto contrasto con la natura stessa di cloud gaming. Perché ci sia un semaforo verde, CMA suggerisce a Microsoft di “rinunciare” a Call of Duty lasciando fuori dall’affare gli studi che se ne occupano. Sebbene Phil Spencer abbia dichiarato il suo primario interesse verso Blizzard, King e la relative expertise in campo mobile, lasciare sul piatto uno dei brand più redditizi del mercato videoludico potrebbe far perdere all’accordo buona parte della sua attrattiva.
Secondo alcuni, le obiezioni poste dal CMA rappresentano un importante freno rispetto alla conclusione dell’accordo. Come già anticipato, il ‘niet’ non è ancora formale ma le modifiche richieste potrebbero scoraggiare anche gli inguaribili ottimisti. Non è di questo avviso Activision che, attraverso un portavoce, ha concesso alcune dichiarazioni al portale Rock Paper Shotgun. Activision, adesso, vuole “aiutare il CMA a comprendere meglio la nostra industria”. Una dichiarazione di intenti a cui fa seguito un altro statement che ha l’aria di una promessa: “vogliamo promuovere uno scenario dove le persone possano essere fiduciose di star facendo buone scelte a prezzi onesti”.
Fa eco Bobby Kotick, attuale CEO di Activision. In una mail interna destinata ai dipendenti, Kotick afferma di sentirsi fiducioso che tutto andrà per il meglio. “La legge è dalla nostra parte” afferma il dirigente. A tal proposito, prosegue lo scontro in tribunale con la Federal Trade Commission USA. All’ente americano, Microsoft ha contestato alcuni profili di incostituzionalità.
Fonte: Rock Paper Shotgun