I risultati portati da Animali Fantastici 3 non sono stati soddisfacenti. I numeri parlano chiaro: nella settimana appena conclusasi, il lungometraggio ha prodotto profitti pari a 3,9 milioni di dollari a livello internazionale. Questo porterebbe i guadagni complessivi a 376 milioni di dollari dalla sua uscita, la più bassa di sempre.
Nonostante il primo capitolo della saga abbia avuto un discreto successo, facendo guadagnare a Warner Bros. intorno agli 814 milioni di dollari, il trend è andato in discesa. Infatti, con il seguito intitolato I Crimini di Grindelwald, il risultato al box office è stato di 654 milioni di dollari a livello mondiale. C’era già, dunque, un netto calo dell’interesse da parte del pubblico. E, con Animali Fantastici 3, questo fattore è diventato ancor più evidente.
C’è da sottolineare come ci siano stati diversi fattori a influire su questo risultato. Primo fra tutti la rimozione di Johnny Depp nel ruolo dell’antagonista, sostituito poi da Mads Mikkelsen. Ci sono stati poi degli scandali che hanno coinvolto Ezra Miller, i quali hanno portato Warner Bros. a sospendere The Flash e altri progetti che coinvolgevano l’attore. Come non citare, poi, le varie dichiarazioni controverse di J.K. Rowling. Tutte queste cose hanno contribuito a una perdita d’interesse da parte del pubblico.
Animali Fantastici 3 deve ancora uscire in 3 mercati, seppur di piccole dimensioni, ma non è chiaro se riuscirà a raggiungere la soglia dei 400 milioni di dollari a livello mondiale. Con un budget intorno ai 200 milioni di dollari, anche a causa del COVID, per riuscire a diventare un successo i risultati dovevano essere molto più alti di quelli attuali.
Questo insuccesso potrebbe inoltre decretare la fine della saga. Secondo quanto detto dal portale Variety, Warner Bros., prima di fare qualsiasi annuncio sul futuro della serie, voleva vedere come sarebbe andato il terzo film. Ricordiamo, infatti, che da trilogia è diventato un progetto da 5 capitoli. Quale sarà il futuro della saga, al momento, non ci è dato sapere.
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Fonte: Collider