Capcom non ci sta più. Il caso è scoppiato questo agosto quando, durante un torneo ufficiale di Street Fighter 6, non si sa esattamente come, una nude mod con protagonista Chun Li (in copertina) ha costretto gli organizzatori a interrompere la manifestazione. A distanza di alcuni mesi e dopo profonde riflessioni, il publisher e developer giapponese ha deciso di esprimersi pubblicamente.
Non sul caso specifico, sia chiaro, ma piuttosto sull’utilizzo in generale delle mod equiparate a cheat code e comunque lesive dell’immagine dei videogiochi. In particolare, sembra emergere dal filmato originale, Capcom non è fiera delle nude mod che spogliano i personaggi digitali. La pratica, infatti, esporrebbe l’intero medium al pubblico ludibrio restituendone un’immagine lontana dalla realtà.
“Le mod sono popolari tra gli utenti perché consentono di aggiungere o modificare varie funzionalità a un gioco esistente. La maggior parte delle mod può avere un impatto positivo. Ma ci sono un certo numero di mod che sono offensive per l’ordine pubblico e la morale. Quando queste vengono diffuse, l’immagine del prodotto viene offuscata e il branding ne risente“, afferma Capcom.
Durante la stessa presentazione, la compagnia ha parlato anche di come tutte le mod siano definite cheat ai fini dell’anti-cheat: “Questo significa che le mod non ufficialmente supportate dal gioco sono impossibili da distinguere dagli strumenti di cheat“. Per Capcom, dunque, le mod sono un problema per tutti i giochi online e quindi preferisce bloccarle tutte, anche quelle che potrebbero avere un impatto positivo, poichè sarebbe complicato distinguerle.
Le mod che sono ritenute offensive per l’ordine pubblico da Capcom sono sicuramente quelle NSFW. Tuttavia, la compagnia non ha spiegato ancora il motivo perchè sono viste in tale maniera. Di recente sono stati rintracciati e arrestati i colpevoli del megaleak del 2020 che ha compromesso il reveal di diversi videogiochi targati Capcom.
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Fonte: Capcom
