C’era il dubbio che potesse essere un flop, Knight of the Zodiac, il film dei Cavalieri dello Zodiaco. La pellicola avrebbe dovuto scontrarsi con lo storico manga di Masami Kurumada da cui è stata tratta una iconica serie anime che, ancora in Italia, ricordiamo e omaggiamo a ogni piè sospinto (merito anche di adattamento e direzione del doppiaggio, non vi è dubbio).
Tomek Baginski (già coreografo dei combattimenti di The Witcher su Netflix), regista dell’opera, sapeva insomma che i confronti sarebbero stati impietosi e gli scrutini severi. Il film, che è atteso in sala da noi a giugno, è stato proiettato in Giappone a fine aprile. Durante il week-end è arrivato invece negli USA (che pure provarono malamente ad appropriarsi dell’opera di Kurumada, senza riuscirci per fortuna). Sotto la bandiera a stelle e strisce, le penne di pubblico e critica hanno iniziato a battere sulle tastiere per portare le opinioni su Rotten Tomatoes. Il risultato è misto. Knight of the Zodiac, per ammissione di molti, è davvero lontano da Saint Seiya. I Cavalieri Dello Zodiaco che noi abbiamo imparato ad amare prima su Odeon TV e poi su Italia 7 (poi 7 Gold) sono sacri come le loro vestigia.
Ma se tra il pubblico che si è espresso sull’aggregatore di recensioni c’è chi è pronto a perdonare qualche ingenuità, i critici (ancora pochi mentre scriviamo) non sembrano così flessibili. “Troppo lungo, goffo e anemico. Incapace di ispirare qualche emozione” dice Avi Offer. L’aggettivo “Goffo” torna spesso nelle varie bits of opinion. Quella di Matt Donato di IGN Movies è più precisa: “Knights of the Zodiac non suscita quelle emozioni necessarie per giustificare un sequel a causa dei suoi effetti speciali poco brillanti e una narrazione goffa”.
I Visual Effect – come la rendition delle armature e dei colpi speciali dei cavalieri – sono state al centro del dibattito fin dai primi trailer. Non sono pochi gli appassionati del manga e anime di Kurumada che nei commenti sia sotto i nostri post che altrove nel web si auguravano che il lavoro fosse affidato a cosplayer esperti.
L’opinione più morigerata e forse premiante di tutta l’operazione proviene, per il momento, da Screen Rant. Fedrosa Abdi, il redattore che se n’è occupato, lo racconta come un film lontano dal territorio dei cattivi adattamenti cui appartengono Dragon Ball Evolution e Avatar: The Last Air Bender.
Semmai, e questa è una impressione che condivido almeno dai trailer (se ne riparla all’uscita dalla sala a giugno), si è più vicini a Mortal Kombat (2021) o Power Rangers (2017). Sempre secondo Fedrosa il film si prende a tratti fin troppo sul serio ma in altri momenti non lesina scene d’azione che non hanno paura di essere giudicate ridicole o che “non si mettono vergogna del materiale originale” (parole di Fedrosa).
Fonte: Rotten Tomatoes