Clair Obscur: Expedition 33. Una rondine non fa primavera

Clair Obscur Expedition 33

L’arrivo di Clair Obscur: Expedition 33 è stato una ventata d’aria fresca e il suo indiscutibile successo dimostra che, a fronte di quanto ritengano i colossi dell’industria, nel mondo dei videogame vi sia ancora spazio per progetti inediti e iniziative slegate dai concetti di sequel, remaster e remake. Da qui a dire che quella lucina in fondo al tunnel creativo in cui è scivolato il sistema possa rappresentare l’alba di una nuova Era tuttavia ce ne passa. Mentre un milione di gamer (più coloro che ci hanno giocato tramite Game Pass) restava incantato dalla qualità concettuale e narrativa del titolo targato Sandfall Interactive, molti di più erano infatti impegnati a celebrare il sontuoso lifting di Oblivion, implorando peraltro Bethesda di riservare presto il medesimo trattamento a Skyrim.

Questo crudo raffronto, ci restituisce l’immagine di una platea ambigua che, pur esternando a parole l’esigenza di prodotti nuovi e idee originali, si dimostra ancora incapace di resistere alle lusinghe di chi ha fatto del riciclo il principale propulsore della propria politica commerciale. Agendo nella quasi totalità dei casi in base ai dati provenienti dal mercato, i marchi più blasonati continuano in tal senso a registrare una crescente domanda di revival, che spingerà i rispettivi vertici a soddisfarla rincarando l’offerta come previsto dalla legge più elementare business. In termini brutalmente pratici, l’exploit di Expedition 33 rischia di ridursi alla mera eccezione che conferma la regola e, al netto dei complimenti e dei “perfect score” raccattati un po’ ovunque, non riuscirà probabilmente a battezzare alcuna rivoluzione. Non da solo almeno. E, soprattutto, non senza una reazione popolare molto più corale e decisa. Quando l’hype generatosi intorno al progetto di Guillaume Broche inizierà fisiologicamente a calare, è verosimile che accadrà piuttosto il contrario e che ci ritroveremo, ancora una volta, a parlare di remaster, remake e sequel i quali, prima di quanto crediate, interesseranno anche lo stesso Clair Obscur.

Ma cosa ci spinge a prevedere che la ventata d’aria fresca di cui sopra finirà davvero per assumere quell’aroma stantio a cui siamo abituati? Non certo il banale pessimismo dei vegliardi, bensì la semplice deduzione logica che inquadra come unico, concreto obiettivo di ogni sviluppatore in attività quello di tirar fuori dal cilindro qualcosa di serializzabile, e spandibile… E, alla lunga, riproponibile a risoluzione più elevata. Perdonateci, dunque, se non riusciamo a condividere fino in fondo il legittimo, ma forse eccessivo entusiasmo delle folle: del resto, una rondine non fa primavera e il fallimento di altri validi inediti come Immortals of Avenum, Dustborn, Tales of Kenzera: Zau e Rise of the Ronin è lì proprio per rammentarcelo.

Invece di unirci ai frettolosi festeggiamenti organizzati per la presunta conclusione della Replay Era, preferiamo pertanto rimuginare sui massicci numeri che, ahinoi, continuano ad arrivare dal versante dell’usato sicuro, salvo infine porci un interrogativo dai contorni sinistri: possiamo, ovvero, dirci sicuri che Expedition 33 sia il salvatore che stavamo aspettando o ci appare come tale soltanto perché siamo così disabituati alle novità da prendere per Monna Lisa un ‘semplice‘ Modigliani?

Non dovete rispondere subito: prendetevi tutto il tempo che vi serve.