Dead Island: Epidemic – l’anteprima

Quando ad agosto i ragazzi di Deep Silver hanno svelato Dead Island: Epidemic, il mondo dei videogiochi, dopo un’iniziale perplessità, ha mostrato sempre maggior interesse nei confronti di questo eccentrico ibrido. Dead Island: Epidemic non è il classico Multiplayer Online Battle Arena, è più che altro un MOBA a tema apocalittico, o altrimenti, come definito da Stunlock Studios, un ZOMBA, un MOBA di zombie. Assolutamente da non confondersi con lo ZUMBA, il quasi omonimo (frenetico) ballo.
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Un particolare plauso va fatto al design delle creature e dell’ambiente.

Dopo il discreto successo di Dead Island, il proposito dello sviluppatore era quello di approfondire il discorso online con un titolo che, studiato ad hoc per questa modalità, non tradisse le feature tanto amate dai fan del capitolo originale. Epidemic mantiene infatti l’ambientazione di Dead Island (come suggerisce il titolo), e vede i poveri sopravvissuti combattere strenuamente ancora una volta per la salvezza, tentando di fermare una dopo l’altra orde di zombie. La carne umana è il menu odierno, e l’unico modo per costringere i nostri putrefatti amici al digiuno è quello di allearsi con altri superstiti.
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Sono due le modalità mostrate nella closed beta: il classico cattura la bandiera, e il ben più interessante deathmatch a squadre. Potrebbe sembrare strano, ma quest’ultima modalità porta con sé un’interessantissima innovazione: a fronteggiarsi non sono solo i player, dodici in tutto, raggruppati in tre squadre da quattro, ma anche i personaggi dell’environment in una stranissima modalità PvPvPvE. Questo perverso ibrido obbliga i giocatori a creare alleanze e fini strategie, che non escludono lotte fratricide. Stesso discorso per la variante zombie di cattura la bandiera.

Dead Island, Epidemic presenta una grande varietà di tipologie di zombie e un grande numero di boss, tutti molto forti e molto diversi tra loro.

In questa modalità, l’obiettivo delle tre diverse squadre sarà raccogliere quanti più viveri e armi è possibile, per poi barricarsi in uno degli avamposti predisposti sulla mappa. Anche in questa modalità, i player dovranno guardarsi le spalle non solo dagli zombie ma anche dagli altri giocatori con cui dovranno necessariamente contendersi le scarsissime risorse. Nulla esclude alleanze e tradimenti estemporanei nella miglior tradizione à la The Walking Dead, ma tutto è lasciato all’immaginazione dei giocatori.
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Il crafting delle armi, sempre più creative, è profondo e molto versatile così come lo sono le mappe.

Un caso esemplare è quando ci si trova faccia a faccia con un boss, che ci blocca l’unica via di accesso a un’area della mappa che siamo costretti a raggiungere (cosa piuttosto frequente). La strategia migliore da adottare prevede la formazione di un’alleanza con un altro gruppo di superstiti, senza dubbio il modo più rapido di superare il problema. Ma una volta eliminato l’ostacolo, il nuovo amico torna a essere nemico e potete immaginare la conclusione più ovvia… si sa, quando si tratta di sopravvivenza non si guarda in faccia nessuno.

Epidemic mantiene l’ambientazione di Dead Island (come suggerisce il titolo), e vede i poveri sopravvissuti combattere strenuamente ancora una volta per la salvezza.

Un particolare plauso va fatto al design delle creature e dell’ambiente: sebbene lo scroll del mouse permetta di avere un zoom piuttosto ampio della classica visuale dall’alto, spaziando da un “molto vicino” a un “abbastanza lontano”, emerge la grande attenzione che Stunklock ha messo nel caratterizzare uno a uno tutti i non morti. Nel rispetto di quanto visto in Dead Island, Epidemic presenta una grande varietà di tipologie di zombie e un grande numero di boss, tutti molto forti e molto diversi tra loro. Ora che il virus si è diffuso in ogni angolo dell’isola e si è trasformato in una vera e propria epidemia, ha cominciato a mutare, causando effetti variabili su tutte le persone infettate. Così può capitare di incontrare zombie lenti e con un quoziente intellettivo decisamente basso, e dopo pochi minuti venire aggrediti da giganteschi non morti particolarmente ostinati, che avanzano mastodontici, alla ricerca di carne umana fresca.
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Rimane fedele all’originale anche l’impianto GdR tanto apprezzato dai fan. Le statistiche del personaggio si modificano a seconda dei risultati degli scontri e delle tattiche adottate, e il crafting delle armi, sempre più creative, è profondo e molto versatile così come lo sono le mappe. Questo però non intacca il ritmo del titolo, che è sostanzialmente un MOBA action spurio molto lontano dai classici del genere, come Defense of the Ancients 2 e League of Legends.
Per quello che ho potuto provare, Dead Island: Epidemic ha del potenziale, secondo me molto più dell’originale capitolo uscito nel 2011. Non si era mai visto prima un free to play di questo tipo, che tentasse di innovare uno dei generi di multiplayer online che negli ultimi anni sta riscuotendo maggior successo. In attesa di conoscere la data ufficiale di uscita di Dead Island: Epidemic, consiglio a tutti di mettersi in lista per la beta. Ne vale davvero la pena.