Il patron di Space X e Tesla, Elon Musk, pochi mesi fa, aveva fatto una proposta d’acquisto per Twitter. La sua offerta, dapprima rifiutata, è stata poi accolta con entusiasmo dal consigli di amministrazione del social dei cinguettii. Qualcosa però è cambiato e Musk non sembra più tanto convinto di voler sborsare i 44 miliardi di dollari necessari all’acquisto. Questo ripensamento, però, non è andato giù al CDA che ora minaccia azioni legali per costringere Elon Musk a mantenere fede alla parola data.
I primi segnali di un ‘change of heart’ da parte di Musk sono arrivati a opera della sua squadra di avvocati. I legali avevano fatto sapere di essere al lavoro per trovare un accordo con l’agenzia governativa statunitense SEC (Securities and Exchange Commission). Il dietrofront da parte di Musk e spiegato dagli avvocati – racconta Repubblica – sarebbe da imputare alla mancata soddisfazione di una richiesta specifica di Musk che, dopo la virtuale stretta di mano, chiese informazioni su bot e profili fake. Sempre secondo il quotidiano nazionale, le azioni di Twitter sarebbero crollate. Al momento della chiusura di venerdì di Wall Street, il valore dei titoli azionari avrebbe segnato un -9 punti percentuali.
La notizia, trapelata, ha mandato su tutte le furie l’attuale rappresentante di Twitter Bret Taylor. Poco dopo il diffondersi di questa novità, Taylor ha espresso le sue intenzioni con un post. “Il CDA di Twitter è impegnato nel concludere l’accordo al prezzo e ai termini concordati con il signor Musk. Pianifichiamo azioni legali per incoraggiare l’imprenditore a concludere l’accordo di fusione. Siamo fiduciosi che la corte di giustizia del Delaware riconoscerà le nostre ragioni” ha detto Taylor.
Ancora prima che la situazione degenerasse fino a questo punto, Musk aveva espresso alcune perplessità in merito all’accordo che lo avrebbe legato a Twitter. In particolare, l’imprenditore insistette nella volontà di conoscere l’estensione del fenomeno dei profili fake e dei bot che abitano la piattaforma.
L’accordo tra le parti, racconta sempre The Verge, prevedeva anche clausole rescissorie a titolo oneroso per entrambe le parti e nel caso si verificassero eventi specifici. In ballo un miliardo di dollari. Se gli stockholders, dopo l’approvazione del CDA, avessero votato contro l’acquisizione, il social fondato da Jack Dorsey avrebbe dovuto versare quella somma nelle tasche di Elon Musk. Questo denaro avrebbe fatto il percorso inverso se, invece, fosse venuto meno l’impegno da parte dell’imprenditore. In particolare, la penale avrebbe dovuto essere versata nel caso in cui Musk non fosse stato in grado di raccogliere i fondi necessari per portare a termine l’affare.
Quale sarà l’evoluzione della faccenda è ancora presto per dirlo.
Fonte: The Verge – Bret Taylor – La Repubblica