Evolve – anteprima

Evolve giunge alla prima prova del pad con l’aria della killer application, un privilegio elargito sulla parola da chiunque abbia apprezzato i precedenti lavori dei Turtle Rock Studios, che potrebbe tuttavia complicargli la vita. Per quanto un progetto possa apparire destinato alla gloria, arriva sempre il momento in cui occorre soddisfare le aspettative maturate dal pubblico. E tutti sappiamo fin troppo bene quanto possa essere severa una platea che si attende fuoco e fiamme.
Vista la delicatezza della situazione, è opportuno precisare sin da subito che il quadro emerso dalla Big Alpha Version di Evolve non ci abbia restituito tutte le conferme che aspettavamo. A dispetto degli sforzi effettuati dagli sviluppatori nel tentativo di comunicare subito una rassicurante impressione di funzionalità, il modulo di gioco presenta ancora un certo alternarsi di chiaroscuri, che lo vedono ora brillare per immediatezza, ora palesare diversi limiti concettuali.
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Augurandoci che gli sviluppatori abbiano in serbo l’integrazione di scenari dal taglio più eterogeneo, non possiamo che riservare un plauso alle effettistica di contorno.

Se da una parte ci troviamo così a lodare l’accuratezza del sistema di puntamento, la versatilità del level design o quella reattività dei controlli che permette a ogni utente di familiarizzare subito con arsenale e contesto, dall’altra non possiamo che rilevare lo squilibrio vigente tra le due principali modalità di gioco e avvertire, di rimando, il rischio che ogni velleità strategica risulti alla lunga soffocata dalla ripetitività.
In tal senso, la problematica che potrebbe compromettere l’efficacia del progetto trova paradossale origine proprio nel suo tratto più distintivo, vale a dire quella particolare natura asimmetrica che vede 4 Cacciatori anteposti ad un unico Mostro controllato da un altro utente. Molto intrigante a livello teorico, ma altrettanto insidiosa all’atto pratico, questa soluzione finisce infatti col delegare a quest’ultimo eccessive responsabilità sullo sviluppo della caccia, costringendolo a prodigarsi in performance molto elevate per garantire a tutti una battaglia avvincente.

A dispetto degli sforzi effettuati dagli sviluppatori nel tentativo di comunicare subito una rassicurante impressione di funzionalità, il modulo di gioco presenta ancora un certo alternarsi di chiaroscuri.

In assenza di un Mostro capace di sfruttare con adeguata verve tutte le risorse a propria disposizione, l’esperienza di gioco non può infatti che appiattirsi, fino a scivolare nell’assoluta monotonia. Escludendo a priori la prospettiva di delegare il controllo della bestia ad una limitata IA, l’unico antidoto a una deriva che la presenza delle sole quattro classi disponibili non può che accelerare sarà quello di trovare qualcuno disposto a specializzarsi nel ruolo… il che non è del tutto scontato. Per quanto spettacolare a vedersi, la modalità Mostro non presenta d’altronde lo stesso spessore dell’opzione Cacciatore, né risulta altrettanto coinvolgente: non appena smaltita l’ebbrezza dell’onnipotenza e stabilito che il gioco abbia molto più senso se affrontato in cooperativa piuttosto che in questa solitaria forma “third person”, non vedrete pertanto l’ora di tornare dall’altra parte della barricata e sperare che qualcun altro intenda sostituirvi con maggiore dedizione.
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Sulla base di queste considerazioni, la sfida cui sono chiamati gli sviluppatori sarà quella di rendere più accattivante quest’opportunità, intervenendo non solo sulla varietà dei poteri a disposizione delle bestie, ma anche e soprattutto sul rispettivo potenziale tattico. Viceversa, le uniche boe di salvataggio cui aggrapparsi diverrebbero l’eventuale introduzione di modalità alternative o un incremento di obiettivi secondari che, avendo carattere comunque palliativo non sembrano poter rappresentare un effettivo valore aggiunto.

Per quanto spettacolare a vedersi, la modalità Mostro non presenta d’altronde lo stesso spessore dell’opzione Cacciatore.

Rimandando alla release definitiva ogni eventuale giudizio su quei fenomeni di Lag, tempi di attesa e balbettii del matchmaking in co-op che sono propri di ogni versione provvisoria, vale la pena di accennare ad alcune considerazione estetiche. Sotto questo profilo, la performance di Evolve è stata senz’altro più convincente, tanto da ridurre davvero al minimo sindacale il gap qualitativo che è solito separare titoli votati esclusivamente al multiplayer da quelle produzioni di respiro più ampio. Il merito di questo risultato appare in buona parte legato a un character design molto forte, che ben si sposa a un’ambientazione altrettanto accattivante. Augurandoci che gli sviluppatori abbiano in serbo l’integrazione di scenari dal taglio più eterogeneo, non possiamo, infine, che riservare un plauso alle effettistica di contorno, di fatto capace di conferire una certa credibilità a scenari, esplosioni e conseguenze dell’uso di armi e poteri speciali.
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Con il day one atteso per il prossimo febbraio e il già previsto rilascio di una versione Beta, avremo senz’altro modo di tornare a parlare di Evolve e dei suoi eventuali progressi: dovessi in ogni caso abbozzare un verdetto in base agli elementi raccolti finora, non potrei che definire gli estremi di un prodotto potenzialmente validissimo, ma non abbastanza equilibrato o profondo da ambire ai massimi vertici della categoria. Chiaramente, mi aspetto di essere presto smentito.