Ghostrunner 2 è deliziosamente spietato. Recensione PS5

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Ghostrunner 2 fa quello che ti aspetti da Ghostrunner, e va bene così. La formula adottata da One More Level è infatti la medesima vista nel primo Ghostrunner: i nemici crollano con un colpo (boss esclusi), voi crollate con un colpo, il tutto intervallato da sezioni di platform più complesse rispetto al primo capitolo e enigmi più intuitivi.

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Questo forse basterebbe per concludere la recensione e far capire, a chi ha giocato e apprezzato il primo capitolo, che qui non resterà sicuramente deluso. Però qualche parola va spesa per la nuova opera di One More Level. In queste 8 ore (non indicative della durata effettiva del gioco in una run decente e anzi, sono certo di poter rosicchiare almeno un’oretta e mezza dal conteggio), noi di Gametime abbiamo potuto scoprire con piacere che Ghostrunner 2 non è il classico compitino. Se proprio dovessimo fare un confronto magari un po’ azzardato, questo titolo sta a Doom Eternal come Ghostrunner sta a Doom 2016, ma ci arriveremo con calma.

Ghostrunner 2 riparte dalla fine del capitolo precedente

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Il gioco riprende ovviamente dal finale del primo capitolo. Jack è riuscito a sopravvivere agli eventi ed è diventato un elemento importante della rivolta degli Scalatori, fazione guidata da Connor e ora intenta a stabilire un nuovo governo semi-democratico. Dal nulla spuntano però nuovi terribili nemici: gli Asura, fazione dormiente composta da diversi Ghostrunner di prima generazione, tra cui il nuovo villain principale, Mitra, e che dovremo inevitabilmente affrontare all’interno del gioco. La narrativa si distacca da quella vista nel primo capitolo e ora non solo Jack ha una personalità più spiccata, ma avremo modo di conoscere faccia a faccia anche nuovi personaggi.

Tra questi spicca sicuramente Zoe, sopravvissuta all’attacco di Mara contro gli Scalatori e che ci ha accompagnato per tutto il primo capitolo. Alla ragazza si aggiungono poi volti nuovi come Saul e il leader del gruppo, Connor, che scopriremo presto non essere proprio la persona più affidabile. Diciamo che è ‘un tipo’.

Jack avrà modo di interagire attivamente con ognuno di questi e grazie a una manciata di opzioni di dialogo potremo scoprire qualcosa in più sulla loro personalità o sul mondo di gioco. Purtroppo il gioco non brilla certo per le animazioni facciali, a malapena percettibili, ma in generale il risultato è discreto. In generale, Ghostrunner 2 non è sicuramente un capolavoro di narrazione, ma quel che deve raccontare lo fa bene e non si risparmia qualche colpo di scena.

Ambienti studiati per esaltare le abilità di Jack, vecchie e nuove

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Nel corso dei 17 livelli di cui è composta l’avventura – ognuno con sfide secondarie e zeppe di segreti – esploreremo ogni genere di ambientazione dove a farla da padrona sarà una spettacolare direzione artistica, addirittura più ispirata di quella vista nel primo capitolo, e con un accompagnamento sonoro esaltante. Torna ovviamente il Cyberpunk puro con le nuove sezioni della Dharma Tower e del Cybervuoto, questa volta ricco di nuovi enigmi (meno infami di quelli del primo capitolo).

Queste zone non sono troppo dissimili da quelle del primo capitolo e sono nuovamente studiate per esaltare al meglio le abilità di Jack, questa volta impreziosite da elementi quali gli shuriken (ora un’abilità permanente), l’invisibilità e un attacco spinta. Inoltre possiamo accedere a ulteriori sfide che si sbloccheranno proseguendo con l’avventura dove avremo un numero di vite limitato per completare i vari livelli, che sono principalmente un mix di sfide di parkour e arene con nemici.

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La novità arriva però fuori dalla Dharma Tower, dove ci troveremo di fronte a un mondo post-apocalittico che fa il verso a Mad Max, dove tutto è ormai in malora e dove troveremo diverse amenità biomeccaniche. La particolarità di questa sezione è data dall’approccio che One More Level ha voluto dare ad essa. Ci troveremo infatti in una open map da esplorare interamente in moto (unico veicolo presente all’interno del gioco).

Questo potente mezzo a due ruote sarà capace di coprire grandi distanze in tempi ridotti e sarà dotato di un Boost che la proietterà a oltre 250km/h (ma si possono raggiungere i 280, NdR.), permettendo a Jack di superare in salto grosse distanze. E quando credete che qui Ghostrunner 2 ha già dato tutto, ecco che si aggiungerà una nuova meccanica integrata alla perfezione all’interno del gioco, ma non la spoilereremo.

Il cuore hardcore non cambia

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Quel che non è assolutamente cambiata è la natura hardcore del gioco, e di conseguenza la schermata di Fallimento Critico sarà un elemento ricorrente. Bada, quando diciamo che è un elemento ricorrente, non scherziamo. 1.027, questo è il numero di volte che sono morto nella prima run di Ghostrunner 2.

Certo, potrei dire che molte di queste morti erano dovute a esperimenti (soprattutto in certe zone), mentre altre erano dovute al voler fare la sequenza più spettacolare possibile fallendo miseramente, o ancora dal fatto che per qualche motivo non ho mai potuto avere accesso al menu della Scheda Madre e di conseguenza il mio Jack era praticamente livello 1, eccezione fatta per i potenziamenti da acquistare con Punti Esperienza, ma in generale sono abbastanza certo di aver subito almeno 700 morti ‘lecite’. Major Skill Issue, direbbe qualcuno leggendo questa recensione. Farebbe bene.

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In ogni caso, esattamente come nel primo, gli errori costano solitamente molto caro sia nelle fasi Parkour, dal momento che un salto mal calibrato porterà al game over, sia negli scontri contro i nemici e, esattamente come nel primo, qui le due meccaniche saranno ovviamente complementari.

Le arene in generale sono inoltre più ostiche sul discorso platform e presenteranno più nemici, appunto come in Doom Eternal, dove ci trovavamo di fronte ad arene zeppe di demoni, molto più che nel precedente capitolo, e sempre come in Eternal, anche qui l’importanza del Parkour e la conoscenza delle arene ha acquisito un’importanza molto più marcata, addirittura più che nel primo capitolo.

L’unico limite è la fantasia

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Esattamente come id Software, anche One More Level ha un cuore, e per questo ha dato a Jack diverse abilità che ci saranno utilissime negli scontri. Si passa dai già menzionati Shuriken, che oltre ad avere funzionalità esplorative hanno anche funzionalità offensive, alla possibilità di diventare invisibili e far fuori qualche nemico particolarmente infame. La spinta è forse l’abilità che meno ho trovato utile, ma in ogni caso essa vi permette di buttare a terra i nemici o sbalzarli giù.

L’elemento più importante però è dato dalla parata. Contrariamente al primo capitolo, ora Jack può deflettere più colpi nemici. Questa operazione andrà a intaccare la resistenza, la quale ci servirà anche per schivare. Il Parry, nel primo utilizzato solo per i colpi di pistola per respingerli al mittente, ora può essere utilizzato anche negli scontri fisici ed è alla base di alcune delle boss fight, dove un parry ben piazzato toglierà molta salute al nemico. Eseguendo il Parry, inoltre, avremo un breve momento di invulnerabilità data dall’animazione e che ci permetterà magari di subire qualche colpo senza morire.

Anche la stessa ambientazione sarà più d’aiuto per Jack. In generale avremo almeno due possibili approcci contro i nemici, ma non mancheranno arene dove potremo tentare tre o anche quattro approcci diversi e dove potremo sfruttare appigli vari, corse sui muri, binari, sfondare mura per cercare via alternative o addirittura lanciarci dentro dei portali.

Nei livelli Open Map potremo inoltre usare la nostra moto per liberarci di qualche nemico scomodo grazie a dei cannoni sul frontale o, in alternativa, investire i nemici o falciarli con la katana. In generale, in Ghostrunner 2 l’unico limite è la fantasia e, ovviamente, la dimestichezza coi comandi, ma quest’ultima si apprende con la pratica.

Nuove ultimate, ma nemici vecchi

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In Ghostrunner 2 fanno il loro debutto nuove forme di Ultimate, ognuna utilissima a seconda degli scontri. Potremo sparare un raggio capace di falciare qualsiasi nemico o, in alternativa, potremo rallentare il tempo e affettare nemici, o ancora controllarne uno come nel primo per renderlo nostro alleato. Purtroppo queste novità sul gameplay non sono state accompagnate da uno svecchiamento deciso dei nemici. Chiariamoci: ci sono new entry, tra cui dei sacerdoti capaci di usare delle fruste laser, ma in generale ci troveremo di fronte le stesse avversità viste col primo capitolo. Anche molti dei nemici biomeccanici sono, a conti fatti, delle varianti degli altri nemici.

Tramite un menu apposito potremo gestire i vari potenziamenti di Jack. La scheda madre ci permetterà di sbloccare e potenziare il nostro personaggio, comprese le fatality, grazie a degli Shard che troveremo lungo tutti i livelli, mentre con i Punti Esperienza potremo aggiungere dei bonus alle abilità (ad esempio, consumare meno energia con gli Shuriken o rallentare il tempo in seguito a un Parry perfetto). Peccato solo che durante la prima run non ci sia stato modo di giocare con la scheda madre, cosa che mi avrebbe sicuramente facilitato l’esperienza. Questo bug è però un caso sporadico e che verrà magari patchato con la patch day one.

Alcuni aspetti andranno patchati in futuro

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Segnaliamo inoltre che, ancora una volta, non è possibile giocare con Mouse e Tastiera su PlayStation 5 o meglio, se proprio esiste questa possibilità, sicuramente non si applica a tutti gli hardware. Ho provato infatti a collegare la tastiera e il mouse (rispettivamente Logitech G413 e G502) e di questi, solo la tastiera funzionava correttamente, permettendomi anche di controllare il movimento del personaggio.

Il mouse invece non rispondeva minimamente agli imput. Questa problematica era presente anche nel primo Ghostrunner ed evidentemente non è stata corretta. Si spera che lo sia il prima possibile. Ritornando al primo capitolo, segnaliamo che questa volta il checkpoint sarà un punto di salvataggio e dunque non dovremo ricominciare il livello qualora spegnessimo la console.

Sempre con le patch spero che venga sistemato un po’ il comparto tecnico del gioco. Noi su PlayStation 5 lo abbiamo giocato in Modalità Prestazioni dopo aver constatato che in Modalità Prestazioni Ultra il downgrade visivo era troppo marcato, a tal punto che ho preferito non fare troppe foto perché erano effettivamente brutte. In modalità Qualità, invece, il framerate è un disastro per questo genere di gioco e la consiglierei solo per fare foto, sperando anche qui di non dover riavviare il gioco per cambiare la modalità come invece accaduto in fase di review (no, uscire dal menu non è bastato).

Anche in Modalità Prestazioni il gioco presenta più di un problema di framerate che si palesa soprattutto da metà gioco in poi e che, in alcuni casi, scende molto al di sotto dei 60fps. Non proprio la cosa più bella in un gioco così frenetico, soprattutto se stai affrontando il boss finale, ma è sicuramente la modalità preferibile se tenete alla propria vista. Detto questo, la versione PlayStation 5 necessita sicuramente di un po’ di ottimizzazione e cura in più sia dal punto di vista del framerate che delle periferiche supportate. Il DualSense, quantomeno, ha un’implementazione nella media, senza infamia e senza lode. Fa il suo.

In conclusione

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One More Level ha tentato di variare un po’ la formula e ci è riuscita davvero alla grande, inserendo nuove meccaniche e addirittura una intera sezione open map, senza considerare poi l’estrema varietà nelle ambientazioni, che spaziano dal Cyberpunk puro al post-apocalittico. Il risultato è un action nuovamente adrenalinico e che punta tutto sul Trial and Error.

Lo scoglio principale sarà ovviamente accettare di morire con facilità, ma una volta ingoiato il rospo vi troverete davanti a un videogioco che saprà regalarvi grosse soddisfazioni, soprattutto nei livelli più complessi. Noi di Gametime ci sentiamo dunque di promuoverlo, sebbene PlayStation 5 non è certamente la ‘sua’ piattaforma, e credo che su PC avrei anche alzato a un 8 e mezzo, se non addirittura 9. Poi chissà, magari One More Level aggiungerà il supporto al mouse e sistemerà il framerate.

RASSEGNA PANORAMICA
Voto
8
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