L’arte dell’assassinio
Se ci siamo permessi di criticare la struttura di gioco e la trama, non possiamo assolutamente lamentarci del gameplay di Hitman. Le già citate possibilità di approccio la fanno da padrone, dandoci così un senso di libertà che ha pochi eguali nel genere. Il level design è talmente magistrale che, anche dopo più partite, troverete sempre nuovi modi per eliminare i bersagli.
Come tutti gli altri capitoli della serie, anche questo nuovo Hitman a episodi è essenzialmente uno stealth game. E, se vogliamo dirla tutta, è proprio uno stealth game coi fiocchi, come non se ne fanno più. Perché sì, lo scopo principale è l’eliminazione di alcuni bersagli, ma l’approccio action non paga praticamente mai. Infatti, andare di prepotenza o essere scoperti porterà quasi inevitabilmente a un game over.
Il sistema di controllo non si discosta molto da Absolution e ci permette di eseguire ogni azione in modo abbastanza intuitivo.
Questa cosa non deve però spaventare i neofiti, anche perché il gioco permette il salvataggio (quasi) libero e alcune piste da seguire per intrufolarvi nella villa di turno. In ogni mappa ci verranno infatti dati dei suggerimenti per delle opportunità da sfruttare per avere la meglio sui bersagli. Nella mappa “Sapienza” ci viene indicato, ad esempio, che fingersi un fattorino potrebbe essere utile per riuscire a entrare senza sospetto, indicandoci anche dove procurarci il travestimento e tutto il resto.
I puristi possono anche non seguire queste indicazioni pre-impostate, ascoltando magari le conversazioni altrui per cogliere queste opportunità. Ecco, immaginate anche una massima libertà applicata a tutto il contesto. Nessuno ci vieta di uccidere il bersaglio di turno con la pistola silenziata ma, per non dare alcun sospetto, possiamo avvelenare il cibo o usare l’ambiente di gioco a nostro vantaggio per causare dei finti incidenti.
Andare di prepotenza o essere scoperti porterà quasi inevitabilmente a un game over.
Sempre nel nome di un’accessibilità più marcata rispetto ai primi capitoli (ma che non rende il titolo facile, sia inteso) alcuni indicatori a video ci aiuteranno non poco. Oltre all’istinto, utile a individuare le vittime designate, ci è possibile capire al volo se una guardia potrebbe sospettare di noi. Possiamo infatti intuirlo grazie a un marcatore presente sopra al nemico, unito a una classica barra di sospetto. Se travestiti da poliziotto possiamo passare inosservati ai civili o ad alcuni poliziotti di grado inferiore, un ufficiale capirà al volo che non siamo un vero agente.
Il sistema di controllo non si discosta molto da Absolution e ci permette di eseguire ogni azione in modo abbastanza intuitivo. Se possiamo chiudere tranquillamente un occhio nei riguardi della legnosità di fondo dei comandi, non possiamo farlo parlando della multifunzionalità di alcuni tasti. Il tasto cerchio, ad esempio, ci permette di usare le coperture ma, se premuto per qualche istante, serve a trascinare i cadaveri. Proprio in virtù di ciò, ci è capitato più volte di eseguire l’azione sbagliata solo per il fatto di non aver inquadrato perfettamente il corpo senza vita di turno.