Sono passati pochissimi mesi dall’uscita di Indiana Jones e l’Antico Cerchio. Ultima fatica di Bethesda Gameworks e Machine Games, l’immersive sim è stato celebrato da utenti e stampa, soprattutto perché ritenuto degno erede della serie cinematografica originale, ben più dell’ultimo Quadrante del Destino e soprattutto del precedente Regno del Teschio di Cristallo. A tal proposito, vi invito a recuperare la recensione completa redatta dal mio collega Nicholas, disponibile a questo link.
That belongs in a museum
Così come Henry Jones Junior si batte per garantire che manufatti e antiche reliquie siano appannaggio di tutti gli studiosi di storia, così Bethesda si è premurata di rendere disponibile a tutti gli utenti (o quasi) uno dei suoi giochi più apprezzati negli ultimi anni. L’annuncio che il gioco sarebbe uscito dai confini degli ecosistemi Microsoft è stata la sorpresa dei Game Awards 2025. Si vociferava già di un possibile approdo in casa Sony, ma nulla di definitivo. Nel corso dei dibattimenti che hanno preceduto il compimento dell’acquisizione di Activision da parte di Microsoft, Phil Spencer di Xbox aveva spiegato di volere una IP esclusiva che potesse rivaleggiare con Spider-Man.
C’è stato però un decisivo cambio di strategia in casa Microsoft. Molti più giochi nati come esclusive hanno scavalcato la frontiera e sono finiti anche nello store PlayStation. Indiana Jones e l’Antico Cerchio è solo l’ultimo esempio di una lista destinata ad allungarsi. Hi-Fi Rush, Sea of Thieves, Pentiment e Grounded. Più di recente è toccato a Forza Horizon 5 e ora, appunto, a Indy.
Indiana Jones e l’antico cerchio: su PlayStation 5 non teme il confronto con Xbox Series X
Andiamo al nocciolo della questione: Indiana Jones e l’Antico Cerchio funziona bene su PS5? La versione del gioco per console Sony non teme il confronto con la controparte. Non si notano infatti differenze apprezzabili tra i software: la realizzazione grafica risulta pulita e la fluidità delle scene, del gameplay – anche nelle fasi più concitate – arriva su PlayStation intatta. Per lo sviluppo, i dev hanno fatto ricorso al motore iD Tech 7 e questo si nota: gli effetti di luce ambientale risultano coerenti grazie al ray-tracing; animazioni, face e motion capture dei personaggi sono ottimi. Pesa – come nell’originale – l’assenza della classica opzione che permetterebbe di scegliere tra una modalità “performance” e una “fidelity” ritenute ormai uno standard su current-gen. Chi vuole giocare a Indiana Jones e L’Antico Cerchio potrà farlo con la sola impostazione già pensata per Series X: risoluzione dinamica (che punta ai 1800p) e 60fps.
A proposito di questo, su PS5 “liscia” gli unici cali – ma non tali da risultare fastidiosi – si percepiscono durante le scazzottate coi nemici. Bene integrato invece il feedback aptico tipico di DualSense. L’intensità dei colpi inferti e ricevuti viene restituita non solo in termini visivi, ma anche tattili. Dicasi lo stesso per i trigger adattivi del pad che si fanno notare quando si passa alle diverse armi da fuoco. Meno bene invece la resa dell’iconica frusta dell’archeologo, stranamente “piatta” sia quando la si utilizza per esplorare e risolvere enigmi, sia nella sua funzione di arma contro i nemici.
In conclusione
Indiana Jones e l’Antico Cerchio ha catturato già oltre 4 milioni di videogiocatori a poche settimane dalla sua uscita. Complice l’approdo su Game Pass, la platea di gamer che hanno potuto provarlo è stata subito ampia. L’ulteriore allargamento degli orizzonti non può che essere un toccasana per i conti di Bethesda che potrebbe anche puntare a qualche nomination ai TGA di fine anno. Disney e LucasGames si sono dette già soddisfatte dei risultati raggiunti e interessate a vedere ulteriori evoluzioni del brand su console.
In termini assoluti ritengo sempre un toccasana questo abbattimento delle barriere e l’esclusività temporale un buon compromesso per il mantenimento della competitività tra aziende.
Tornando al caso specifico del gioco, il lavoro è stato fatto bene, la differenza tra versioni se c’è non si nota. Certo, a meno di non avere a disposizione una PS5 Pro. Sulla sorellona Sony, infatti, sono previste performance migliorate.